RIFIUTI - INDICE ACCUSATORE DI ROCCA
- Tommaso Villa
Francesco Rocca non l’ha mandata a dire. L'altro giorno nella riunione in Regione sul tema dei rifiuti, il governatore ha alzato il tono e ha parlato chiaro: «Le Province non hanno indicato i siti, ci hanno lasciati soli. E allora decideremo noi». Parole pesanti, che non lasciano spazio a dubbi. Perché qui non si parla di una questione qualsiasi, ma di discariche, il tema più scomodo di tutti. Rocca non vuole che l’immobilismo degli enti locali ricada solo sulle sue spalle, e soprattutto non intende fare la fine dei suoi predecessori, finiti commissariati dopo anni di promesse non mantenute.
Il Lazio, nel frattempo, continua a reggersi in equilibrio precario. L’unica discarica che ancora tiene botta è quella di Viterbo, costretta a prendersi i rifiuti di mezza regione. Le altre province arrancano: impianti vecchi, bonifiche mai completate, discussioni infinite che non portano a niente. Da Pomezia a Latina, da Colleferro a Borgo Montello, ogni volta è una battaglia. Intanto i camion continuano a girare, portando sacchi e problemi da un capo all’altro della regione.
E poi c’è Frosinone, con la vicenda della SAF di Colfelice. Lì è spuntato fuori un buco di quasi quattordici milioni di euro, soldi che i Comuni non avevano mai pagato. Un macigno che rischiava di mandare in dissesto interi municipi. La Regione ha scelto di intervenire, anticipando le somme e spalmandole negli anni. Una toppa che ha evitato il peggio, ma che mostra tutta la fragilità del sistema.
Rocca, insomma, ha messo i paletti: basta rimandare, le decisioni si prenderanno comunque. Che piaccia o meno, stavolta non si può più far finta di nulla.