CIOCIARIA - IL PESSIMO STATO DELL'AMBIENTE
- Tommaso Villa
Stato dell’Ambiente in Provincia di Frosinone – 2025 : Terra, Aria e Acqua
Terra
Nelle viscere della provincia di Frosinone non sono custoditi soltanto i rifiuti prodotti negli anni dalla popolazione locale, ma anche una quantità mai calcolata con precisione di rifiuti provenienti da Roma. Persistono ancora oggi discariche non bonificate, come quelle di Coste Calde ad Arpino, Granciara a Castelliri, Latermusto a San Vittore del Lazio e Le Lame a Frosinone.
La situazione è aggravata dalla volontà politica di realizzare impianti per la gestione dei rifiuti sovradimensionati rispetto al fabbisogno reale della popolazione. Emblematico è il caso della catena di biodigestori progettati per trattare circa 400.000 tonnellate di rifiuti umidi, a fronte di una produzione provinciale di appena 42.000 tonnellate. In pratica, si punta a gestire l’intera produzione regionale (circa 429.000 tonnellate), con evidenti sproporzioni.
Il TMB della SAF non garantisce trasparenza, e rimane oscuro il destino dei rifiuti differenziati, come la plastica, che spesso finisce in Paesi terzi o viene incenerita. La raccolta differenziata, pur vantando percentuali elevate, si rivela un fallimento pratico: aumenta le bollette della TARI e contraddice il principio europeo “chi inquina paga”. Qui, paradossalmente, chi inquina meno paga di più.
Aria
La qualità dell’aria in provincia di Frosinone è pessima. L’inquinamento da polveri sottili compromette da anni la salute della popolazione. Nonostante la gravità della situazione, le centraline per il rilevamento delle PM2.5, le più pericolose per la salute, sono scarse o assenti. Questa carenza impedisce di calcolare con precisione i decessi prematuri legati all’inquinamento. La propaganda politica e l’informazione superficiale oscurano la realtà: a Ceccano i limiti di legge sono stati superati per mesi, e i valori registrati sull'intero territorio provinciale risultano spesso superiori del 100% rispetto alle soglie OMS. Si tratta di una strage silenziosa, sottovalutata e impunita. Chi inquina resta libero di continuare, mentre la popolazione più fragile viene colpita “a rate”, senza alcuna sanzione terrena. Resta solo la speranza di una giustizia divina e di un risveglio delle coscienze.
Acqua
Lo stato delle acque è altrettanto drammatico. Il fiume Sacco, che ha dato il nome al Sito SIN Bacino idrico del Sacco, continua a essere contaminato fino a prova contraria. Il Liri riceve scarichi diretti da numerosi comuni, in barbara violazione delle leggi, senza conseguenze. Persino il Fibreno, custode di una specie unica al mondo, presenta fenomeni di schiume più volte denunciati e mai risolti. Troppe sorgenti superficiali non sono potabili, l’acqua è razionata da anni e la depurazione delle acque reflue rimane un miraggio. Il riuso delle acque è solo un desiderio delle persone più sensibili, che vorrebbero vivere in una provincia più pulita e vivibile.
Conclusioni
Lo stato dell’ambiente in provincia di Frosinone nel 2025 è da bocciare senza esitazioni. Politiche sbagliate continuano a sfruttare il suolo, mascherando sotto l’etichetta di “sviluppo sostenibile” un modello che porta solo nuove criticità ambientali e nessun beneficio reale alla popolazione.
Si è creato un teorema pericoloso: per avere lavoro bisogna accettare il rischio di malattie, sia per chi lavora sia per i cittadini. Lo sfruttamento del suolo agricolo per attività non agricole (fotovoltaico a terra, edifici inutili e cementificazione selvaggia), i finanziamenti a impianti inquinanti e industrie insalubri, insieme all’assistenzialismo regionale e statale, perpetuano un circolo vizioso che nulla ha a che fare con la sostenibilità.
In definitiva, la provincia di Frosinone è ostaggio di un modello di sviluppo che sacrifica salute e ambiente. Non è esagerato dire che, presto, per passeggiare nelle nostre strade servirà un consenso informato.
Fare Verde Aps