CASSINO - MAI PIU' BOMBE SU BAMBINI, DONNE, CIVILI

  • Tommaso Villa

E’ un onore per Cassino e per la comunità che come sindaco qui rappresento, partecipare a questa 11° Conferenza dei sindaci per la Pace, in occasione dell’80esimo anniversario dei bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki. La mia città, Cassino, a metà strada tra Roma e Napoli, 81 anni fa fu rasa al suolo, e per questo suo sacrificio, dichiarata “Città martire”.

“Martire” per il grande sacrificio umano, oltre che culturale e sociale, pagato per difendere la libertà del mio Paese, l’Italia. Un triste destino accomuna molte delle comunità rappresentate in questo appuntamento internazionale, che oggi, più che mai, assume straordinaria importanza, significato, attualità.

Cassino, nota fin dall’antichità per gli importanti insediamenti di epoca romana, tra il ’43 ed il ’44, fu teatro di una delle più sanguinose battaglie della Storia moderna.
Nei primi mesi del 1944, con il sangue dei nostri concittadini e di migliaia di giovani soldati provenienti da tutto il mondo, venne scritta una delle pagine più drammatiche del secondo conflitto mondiale: americani, francesi, britannici, polacchi, neozelandesi, canadesi, indiani, fronteggiarono i nazisti in battaglie sanguinose che lasciarono sul campo migliaia di morti.

Il 15 febbraio l’Abbazia di Montecassino, fondata da S. Benedetto nel 529, faro della Cultura classica nel mondo, fu rasa al suolo dagli Alleati, per la presenza di unità tedesche nei paraggi di essa. Esattamente un mese dopo, il 15 marzo, la stessa sorte toccò alla mia Città: un bombardamento a tappeto di proporzioni enormi, polverizzò la Cassino dei nostri nonni, dei nostri padri. Alla distruzione seguirono fame, razzie, rappresaglie, che lasciarono una ferita profonda nella comunità. La mattina del 18 maggio di quel ’44, alle ore 10.20, i soldati polacchi, al comando del generale Anders, issarono la bandiera bianca e rossa sulle rovine di Montecassino.

La guerra, così, lasciava Cassino e, sul campo, cadaveri, ordigni inesplosi, sofferenze, malaria, miserie atroci. Molti gli sfollati, i profughi, gli orfani che trovarono accoglienza e conforto nella solidarietà delle famiglie delle regioni del nord e negli aiuti internazionali, dando poi il via al “miracolo della Ricostruzione”. Lo scorso anno, al fianco del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, dei rappresentanti del Governo e di tutte le più alte cariche ed Autorità dei tanti Paesi che combatterono a Cassino tra il ‘43 ed il ‘44, abbiamo ricordato, con profonda commozione, quella tragica pagina della Storia. Ma, soprattutto, proprio come stiamo facendo noi oggi, qui, ad 80 anni dalle atomiche su Hiroshima e poi su Nagasaki, abbiamo celebrato il valore della Pace, l’importanza del dialogo tra i popoli e della coesistenza di culture e tradizioni diverse.

Cassino è, in Italia, emblema del martirio compiuto per la libertà e testimonianza della drammaticità della guerra, di cui oggi sono segno tangibile, sul nostro territorio, i sacrari che accolgono i Caduti dei contingenti italiani, tedeschi, britannici, francesi.

Ma Cassino è anche, e soprattutto, grazie al delicato lavoro di riconciliazione tra nazioni svolto dopo il conflitto, una Città simbolo di Pace. Quella Pace tra popoli e culture necessaria, indispensabile, oggi più di ieri, in un mondo che vede contrapporsi, tristemente, popoli che un tempo hanno convissuto in piena armonia.

Oggi questo accade a Gaza, in diversi focolai del medio Oriente, in Ucraina, in Asia, in Africa e in tanti altri Paesi tormentati da conflitti spesso “dimenticati”. Purtroppo. Noi sindaci abbiamo il dovere di creare le condizioni per far sì che la Pace non resti mai un concetto astratto, ma diventi il punto fermo delle politiche internazionali di qualsiasi colore. Per farlo dobbiamo necessariamente partire dalle nostre comunità locali. Dalle scuole, dai giovani, dalle nuove generazioni. Dobbiamo far giungere il nostro messaggio e la nostra voglia di Pace a coloro che oggi riarmano gli eserciti e pianificano guerre e bombardamenti. Noi sindaci abbiamo il contatto più diretto, quotidiano, con i nostri concittadini, per questo dobbiamo schierarci in prima linea al loro fianco. L’esempio dobbiamo darlo noi. Prima di chiunque altro.

A piccoli passi, con piccoli gesti quotidiani, dobbiamo partire dai nostri territori, dalle nostre città. Dobbiamo creare reti solidali e relazionali sulle quali costruire un senso di comunità sempre più forte, che faccia sentire chiunque parte di qualcosa di più grande. Proprio come avvenuto durante la pandemia da Covid 19. La nostra Città, così come tante realtà nel resto d’Italia e del mondo, pagò con la vita di centinaia di persone, spesso amici e parenti, il prezzo della più grande emergenza sanitaria pubblica internazionale dell’epoca moderna. Con lo stesso spirito che contraddistinse la Ricostruzione della Cassino post bellica, la nostra comunità, in quei mesi tragici, si è mostrata unita, forte, coesa.
Ma finita l’emergenza, qualcosa è cambiato. Nella sofferenza di quei lunghi e difficili mesi, emerse il lato umano della comunità internazionale. Il Covid mise spalle al muro tutti: ricchi e poveri, grandi e piccoli. Nella difficoltà, estrema, in cui ci aveva ridotto quel subdolo nemico, trovammo la forza di fare fronte comune. E visto ciò che accade oggi, nel mondo che il Covid ci dimostrò essere più piccolo di ciò che a noi appariva, dovremmo ritrovare, dentro di noi, proprio quello spirito di 5 anni fa.

Un appello va dunque ai colleghi sindaci qui presenti ma anche a quelli che non hanno ancora aderito a questo progetto internazionale. Una scelta necessaria, oggi come non mai: facciamo in modo che ogni singolo giorno del nostro mandato sia scandito da iniziative e progetti a carattere sociale, culturale, di solidarietà, che aprano le porte delle nostre città al mondo. Solo con un lavoro giornaliero, costante, che penetri nella quotidianità delle persone, avremmo la speranza che il futuro delle nuove generazioni sia più sereno, sicuro, fecondo.

Il messaggio più importante, in questa conferenza, dobbiamo mandarlo tutti noi, oggi e ogni giorno, con forza, a voce alta: mai più bombe su bambini, donne, civili; mai più bombe atomiche; mai più guerre.

ENZO SALERA SINDACO DI CASSINO