INPS - UNO TSUNAMI OCCUPAZIONALE

  • Tommaso Villa

Un vero e proprio “tsunami occupazionale” è pronto ad abbattersi sull’Italia. Secondo le stime della CGIA di Mestre, tra il 2025 e il 2029 oltre 3 milioni di lavoratori raggiungeranno i requisiti per la pensione: il 12,5% della forza lavoro nazionale. Un ricambio generazionale mai visto prima, con conseguenze sociali ed economiche di portata storica.

Dei lavoratori in uscita, il 52,8% appartiene al settore privato, il 25,2% alla Pubblica Amministrazione e il 21,9% è costituito da autonomi. Il comparto più colpito sarà quello dei servizi, in particolare sanità, scuola e PA, seguito da industria e agricoltura. Questa situazione rischia di mettere a dura prova l’INPS, chiamato a reggere un’impennata della spesa pensionistica mentre le entrate contributive potrebbero calare, soprattutto se il ricambio generazionale non sarà sufficiente. È lo stesso timore che portò alla legge Fornero nel 2011: un intervento duro ma reso necessario per evitare il collasso dei conti pubblici. Oggi, però, a peggiorare il quadro, ci sono la bassa natalità e la carenza di profili qualificati.

Entro il 2029 saranno necessari fino a 3,7 milioni di nuovi occupati, con particolare richiesta di laureati in discipline scientifico-tecnologiche e diplomati tecnici formati negli ITS Academy. Tuttavia, secondo le previsioni, ogni anno mancheranno circa 18mila laureati scientifici rispetto alla domanda delle imprese. Un vuoto che rischia di rallentare il ricambio e di rendere ancora più difficile la sfida per la sostenibilità del sistema.

Tra le regioni più coinvolte, subito dopo la Lombardia, spicca il Lazio con circa 305mila pensionamenti previsti. La dimensione della forza lavoro, l’età media elevata degli occupati e la forte presenza di settori come sanità, scuola e Pubblica Amministrazione rendono il territorio uno degli epicentri di questa transizione. Roma e l’intera regione dovranno affrontare un passaggio delicato: senza un piano mirato, ospedali, uffici pubblici e scuole potrebbero trovarsi scoperti, con ricadute dirette sui cittadini.

L’INPS si troverà di fronte a una prova di tenuta senza precedenti: garantire liquidità per milioni di nuovi assegni pensionistici e, nello stesso tempo, contare sull’ingresso rapido di giovani lavoratori con contratti stabili. Ogni nuovo tecnico, ingegnere o operatore specializzato rappresenta non solo un sostituto sul piano occupazionale, ma anche un contributo essenziale per mantenere in equilibrio il sistema previdenziale.

Quello che si prepara non è un semplice ricambio di personale, ma un passaggio epocale. Il Lazio, con i suoi 305mila pensionamenti, sarà uno dei fronti principali di questa sfida. Qui si giocherà la capacità del Paese di trasformare un rischio in opportunità: modernizzare la Pubblica Amministrazione, rilanciare la formazione tecnico-scientifica e restituire vitalità a un mercato del lavoro che troppo spesso ha lasciato indietro i giovani. Il tempo stringe: il 2029 è dietro l’angolo e la partita è ancora aperta.