VEROLI - UNA BELLA CARTOLINA.... VUOTA

  • Tommaso Villa

Ci sono città che vivono di bellezza e città che di bellezza muoiono lentamente. Veroli appartiene alla seconda categoria. Il suo centro storico,tra i più affascinanti della Ciociaria, oggi è una cornice perfetta, ma senza quadro.

Un luogo da fotografare, non da abitare. Un palco lucido e ben restaurato, su cui però manca la compagnia teatrale. Passeggiare per le suoi vicoli è come sfogliare una cartolina: ogni scorcio è curato, le piazze pulite, le chiese restaurate, i palazzi illuminati. Eppure, dietro quella facciata, l’economia è ferma.

Le vetrine che un tempo raccontavano la vitalità di un paese vivo, botteghe, cartolerie, negozi di tessuti, bar, pizzerie frequentati da impiegati e studenti, oggi sono serrande abbassate o insegne dimenticate.

Il centro di Veroli vive di eventi culturali, feste patronali, rassegne estive e turismo breve. Appena cala la musica e si spegne l’eco dell’ultima manifestazione, resta il silenzio. Un turismo “mordi e fuggi” che porta movimento per un giorno e vuoto per i successivi.

Il Comune ci prova, va riconosciuto. Iniziative come “È Veroli in Impresa” offrono contributi economici a chi apre o trasferisce attività nel centro storico. È un gesto simbolico, ma resta una goccia nel deserto. Non basta un bando a invertire una tendenza costruita in trent’anni di decentramento progressivo: uffici, banche, poste, studi professionali si sono spostati lasciando il centro.

Gli uffici principali sono altrove, i servizi assistenziali e sanitari anche. Restano alcune scuole e per fortuna, ma non bastano a generare un flusso economico quotidiano. Il risultato è un centro che respira a intermittenza: vive in alcuni fine settimana quando ci sono manifestazioni e si spegne per i restanti giorni.

Eppure il potenziale c’è, e tanto. Il patrimonio storico è un magnete naturale, ma senza un sistema economico a sostenerlo rischia di diventare solo una quinta teatrale. Mancano incentivi per i giovani residenti, che potrebbero riportare vitalità alle case del centro; mancano strumenti di attrazione per imprese innovative, che potrebbero unire tradizione e modernità (artigianato digitale, coworking, laboratori creativi). E manca, soprattutto, una visione: quella che riporti nel cuore della città le funzioni ordinarie, non solo quelle celebrative.

Il Comune oggi sembra impegnato a riempire un contenitore che lui stesso, negli anni, ha svuotato. Finché non torneranno nel centro storico uffici, presenze costanti, servizi utili, e attività che diano ragioni per restarci ogni giorno, Veroli resterà un magnifico museo all’aperto: perfetto per le foto, inabitabile per l’economia.

Il centro di Veroli non è morto: semplicemente, non vive più di quotidiano. È diventato una cartolina permanente, lucida e silenziosa .... e le cartoline, per quanto belle, non si frequentano: si guardano, si archiviano, e si dimenticano.