ECONOMIA - SAXA GRESS: CHIESTO IL CONCORDATO PREVENTIVO

  • Tommaso Villa

Saxa Gres ha chiesto il concordato preventivo. Una parola che suona tecnica, ma in realtà racconta una resa. Dietro ci sono anni di debiti accumulati, costi energetici insostenibili, scelte industriali discutibili e un territorio lasciato solo.

Il progetto che doveva essere il simbolo dell’economia circolare nel Lazio oggi è fermo: impianti che lavorano a singhiozzo, lavoratori sospesi tra cassa e paura, e una politica che si limita ad assistere. Nessun piano pubblico di sostegno, nessun intervento serio della Regione o del Ministero. Solo dichiarazioni, incontri, e poi silenzio.

La verità è che la crisi Saxa Gres non è solo economica. È il fallimento di un modello che ha confuso sostenibilità con propaganda e che non ha mai davvero protetto le persone. I sindacati hanno alzato la voce, ma troppo tardi e senza imporre vincoli. La politica, invece, ha scelto la via più comoda: lasciare che il mercato decidesse.

Così, mentre si parla di piani e di investitori, il tempo scorre. E con il tempo, se ne vanno le speranze di chi ha creduto che il lavoro potesse essere difeso davvero. E pensare che solo pochi mesi fa c'era chi esultava: i posti sono salvi.