CASSINO - CORRUZIONE E MAFIE MORTIFICANO I CITTADINI
- Tommaso Villa
Oltre duecento persone si sono ritrovate ieri pomeriggio in piazza De Gasperi, davanti al Comune di Cassino, per partecipare all’iniziativa pubblica dal titolo “La corruzione e le mafie mortificano la vita dei cittadini”. Un tema delicato, ma quanto mai attuale, che ha catalizzato l’attenzione di cittadini, forze dell’ordine, istituzioni e professionisti del mondo giuridico, accorsi per confrontarsi apertamente su un fenomeno che continua a incidere profondamente sulla vita pubblica e sociale anche nelle realtà locali.
L’evento, promosso dalla sede di Cassino dall’Unms e curato dalla giornalista Angela Nicoletti, ha offerto un’occasione concreta per analizzare il volto attuale della criminalità organizzata: meno appariscente, meno armata, ma più pervasiva, più silenziosa, e spesso inquinata da una fitta rete di relazioni con il potere pubblico.
Ad aprire i lavori è stato S.E. Ignazio Portelli, oggi Commissario dello Stato per la Regione Sicilia, ma a lungo Prefetto di Frosinone, che ha parlato con forza dell’onestà come valore quotidiano e imprescindibile, ricordando quanto sia difficile per un cittadino vivere in una società dove l’illegalità è normalizzata. “Nei piccoli paesi, dove tutti si conoscono, essere onesti è più difficile che altrove – ha detto – perché si paga sulla pelle il rifiuto del compromesso”.
Di straordinario impatto è stato poi l’intervento del Generale Pasquale Angelosanto, già comandante del ROS dei Carabinieri, che ha ripercorso le tappe fondamentali della sua attività investigativa. In particolare, ha svelato come le indagini che hanno portato all’arresto di latitanti storici come Bernardo Provenzano e Matteo Messina Denaro siano state rallentate da sacche di corruzione interne agli apparati stessi. “Non sempre il nemico è all’esterno – ha sottolineato – e per questo la battaglia per la legalità è prima di tutto una battaglia morale”.
Dal fronte giudiziario è arrivata poi la lucida analisi del Procuratore della Repubblica di Cassino, Carlo Fucci, che ha tracciato i contorni di un sistema criminale in evoluzione, dove le mafie non sparano più, ma trattano, investono, infiltrano. Il Procuratore ha evidenziato i collegamenti sempre più evidenti tra il basso Lazio e l’alto Casertano, territori in cui, ha detto, “il voto di scambio, il controllo del consenso e la gestione opaca degli appalti sono strumenti usati con la stessa efficacia delle armi”.
A chiudere il ciclo di interventi, l’avvocato Paolo Bonaiuti dell’Unms che ha posto l’accento su un altro tema cruciale: la gestione e il riutilizzo dei beni sottratti alla criminalità. “Restituire questi immobili alla collettività è giusto e doveroso – ha spiegato – ma i Comuni si trovano spesso in difficoltà: le strutture sono fatiscenti, i fondi sono insufficienti, e la burocrazia rallenta ogni processo”.
Il momento più toccante della manifestazione è arrivato al termine, quando alcuni giovani scout di Cassino hanno rivolto domande dirette e coraggiose ai relatori, toccando temi come la fiducia nelle istituzioni, la speranza in un cambiamento reale e il desiderio di crescere in una società più giusta. Le loro parole, sincere e sentite, hanno colpito il pubblico e lasciato un segno tangibile, a conferma che la lotta alla corruzione e alle mafie inizia proprio dall’educazione alla legalità, dal confronto, e dalla consapevolezza collettiva.
La manifestazione si è così chiusa con un messaggio forte e chiaro: combattere la corruzione non è soltanto un dovere delle istituzioni, ma una responsabilità che riguarda ogni cittadino. A partire dalle piccole cose, nei piccoli paesi, dove il bene comune si difende ogni giorno, con coraggio e determinazione.