ACUTO - PRESENTATO IL RAPPORTO MONTAGNE

  • Tommaso Villa

Ad Acuto, nella cornice della chiesa di San Sebastiano, è stato presentato il Rapporto “Montagne Italia 2025”, curato da UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani). Un volume di oltre ottocento pagine che raccoglie dati, analisi e riflessioni sul futuro delle aree montane italiane. All’appuntamento hanno partecipato il presidente nazionale UNCEM Marco Bussone, il presidente UNCEM Lazio Achille Bellucci, il curatore del Rapporto Luca Lo Bianco, il commissario della Comunità Montana Monti Ernici Alessio Arduini, insieme ad amministratori e rappresentanti istituzionali regionali e locali.

Il quadro nazionale che emerge è significativo: i comuni montani italiani sono 3.471, pari al 43,4% del totale, e ospitano quasi 8,9 milioni di abitanti, il 14,7% della popolazione del Paese. Dopo anni di declino demografico, i dati mostrano un’inversione di tendenza. Tra il 2022 e il 2023 si è registrato un saldo migratorio positivo di quasi 100.000 residenti nelle aree montane. Non più soltanto cittadini stranieri, ma sempre più italiani che scelgono di vivere nei borghi d’altura, spesso in età lavorativa, portando nuova linfa alle comunità locali.

Il Lazio, pur essendo una regione prevalentemente collinare, presenta una componente montana importante: circa il 26% del territorio, pari a oltre 449.000 ettari. Una quota che assume un ruolo strategico in ottica di sviluppo sostenibile, innovazione territoriale e coesione sociale. Proprio le zone montane, in questa prospettiva, sono indicate come le più idonee a sperimentare il modello delle Green Community, capace di unire ambiente, economia e comunità.

La provincia di Frosinone si colloca al centro di questo scenario. Qui le montagne non mancano: Ernici, Simbruini, Lepini, Aurunci, Ausoni e Mainarde costituiscono un patrimonio paesaggistico e culturale che rappresenta una delle ricchezze principali del territorio. Secondo le analisi riportate dal Rapporto, anche la Ciociaria mostra segnali di ripopolamento in diversi borghi montani. È il caso di Trevi nel Lazio, citato come esempio, dove si registra un ritorno di famiglie e lavoratori attratti dalla qualità della vita e da nuove opportunità legate al turismo e alla valorizzazione delle risorse naturali. Accanto a questo, le aree protette – dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise al Parco dei Monti Aurunci, fino al lago di Posta Fibreno – rafforzano il ruolo della provincia come riserva di biodiversità e destinazione turistica in crescita.

Il Rapporto sottolinea con forza che dove esiste una governance territoriale coesa e una reale applicazione del modello Green Community, i territori montani si trasformano da periferie fragili a laboratori di innovazione sociale ed economica. Per la provincia di Frosinone la sfida è evidente: costruire un futuro che parta dalle sue montagne, valorizzando prodotti tipici, energie rinnovabili, turismo esperienziale e nuove forme di connessione digitale.

La presentazione di Acuto non è stata soltanto un’occasione simbolica, ma un invito a guardare con rinnovata attenzione al cuore appenninico del Lazio. Le montagne ciociare, troppo spesso percepite come margini, possono diventare protagoniste di un nuovo sviluppo. Sta alle istituzioni, alle comunità e agli attori economici raccogliere questa sfida, trasformando un patrimonio naturale e culturale in un motore di crescita per l’intera provincia di Frosinone.