MONTECASSINO - GAZA MUORE DI FAME, DISERTIAMO L'INDIFFERENZA

  • Tommaso Villa

Ieri, come Abbazia di Montecassino, abbiamo aderito all’iniziativa, rilanciata da Pax Christi italiana, facendo suonare le nostre campane alle ore 22. «Gaza muore di fame, disertiamo l’indifferenza», questo l’annuncio e l’impegno affidato alle campane.

Nella tradizione cristiana il suono delle campane rompe il silenzio per annunciare nella notte di Pasqua la risurrezione di Gesù, che si manifesta risorto ai discepoli donando loro la pace: «Pace a voi». Desideriamo che in questa notte della guerra e della violenza insensata il suono delle campane interrompa il silenzio dell’indifferenza per portare un annuncio di pace, a Gaza e ovunque nel mondo si muore a causa della guerra e della violenza fratricida.

Vogliamo anche unirci, assumere e divulgare la lettera congiunta firmata dall’Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il Cardinale Matteo Zuppi, e da Daniele De Paz, presidente della Comunità Ebraica di Bologna, di cui riportiamo il testo integrale:

Noi, rappresentanti delle comunità cristiana ed ebraica a Bologna, figli dell’Unico Dio pacifico e misericordioso, riconoscendoci Fratelli tutti, uniamo la nostra voce consapevoli della gravità dell’ora presente e della responsabilità morale che ci unisce come credenti e come cittadini.

Di fronte alla devastazione della guerra nella Striscia di Gaza diciamo con una sola voce: fermi tutti. Tacciano le armi, le operazioni militari in Gaza e il lancio di missili verso Israele. Siano liberati gli ostaggi e restituiti i corpi. Si sfamino gli affamati e siano garantite cure ai feriti. Si permettano corridoi umanitari. Si cessi l’occupazione di terre destinate ad altri. Si torni alla via del dialogo, unica alternativa alla distruzione. Si condanni la violenza.

Ci uniamo al grido dell’umanità ferita che non vuole e non può abituarsi all’orrore della violenza: basta guerra. È il grido dei palestinesi e degli israeliani e di quanti continuano a credere nella pace, coscienti che questa può arrivare solo nell’incontro e nella fiducia, che il diritto può garantire nonostante tutto. Come ricorda il Salmo: «Cercate la pace e perseguitela» (Sal 34,15). E come insegna la sapienza antica: «Chi salva una vita, salva il mondo intero». Ma è tragicamente vero il contrario: chi uccide un uomo uccide il mondo intero. Condanniamo ogni atto terroristico che colpisce civili inermi. Nessuna causa può giustificare il massacro di innocenti. Troppi bambini sono morti. Nessuna sicurezza sarà mai costruita sull’odio. La giustizia per il popolo palestinese, come la sicurezza per il popolo israeliano, passano solo per il riconoscimento reciproco, il rispetto dei diritti fondamentali e la volontà di parlarsi.

Rigettiamo ogni forma di antisemitismo, islamofobia o cristianofobia che strumentalizza il dolore e semina solo ulteriore odio. Chiediamo alle istituzioni italiane e internazionali coraggio e lucidità perché aprano spazi di incontro e aiutino in tutti i modi vie coraggiose di pace. Il dolore unisca, non divida. Il dolore non provochi altro dolore. Dialogo non è debolezza, ma forza. La pace è sempre possibile. E comincia da qui, da noi. Fermi tutti!