MONTE - FARI ACCESI SULLA FIERA DELL'OLIO

  • Tommaso Villa

"Dall’esame degli atti amministrativi relativi alla manifestazione del 27 e 28 settembre 2025 — in particolare le determinazioni numero 330 a 342 del 2025 e la Delibera di Giunta numero 18 del 27 marzo 2025 — emergono diverse incongruenze tra le spese sostenute, gli obiettivi dichiarati e i risultati ottenuti".

Lo ha scritto il consigliere comunale Poce Francesco che ha compiutamente spiegato: "Il progetto approvato con Delibera di Giunta porta il titolo “CIBOLIO – Fiera dell’Olio EVO e dei Prodotti Tipici Locali”, finanziato con contributo ARSIAL (CUP F89F25000000002) per la promozione del sistema agroalimentare del Lazio. Tuttavia, la comunicazione pubblica e il materiale promozionale ufficiale presentano un titolo completamente diverso: “Olio a Monte”.

E allora la domanda è inevitabile: ma si tratta di “CIBOLIO” o di “Olio a Monte”?

Questa ambiguità non è un dettaglio formale: riguarda la trasparenza sull’utilizzo dei fondi regionali e il rispetto delle finalità del finanziamento ARSIAL, che impone un’identità chiara del progetto, l’uso dei loghi istituzionali e la corretta visibilità della Regione Lazio e dell’Agenzia.

Entità della spesa pubblica Le determine approvate impegnano circa 18.670,00 euro per un evento di due giornate, comprendendo:

  • 3.203,00 euro per il noleggio di gazebi, tavoli e panche;

  • 3.680,00 + 900,00 euro per servizi di promozione, comunicazione e sicurezza; (Chi li ha curati? Ndr)

  • 4.080,00 euro per impianti elettrici e gruppi elettrogeni;

  • 1.254,89 euro per diritti SIAE, non ammissibili ai sensi dell’art. 6 dell’Avviso ARSIAL.

A fronte di questa spesa, le fotografie mostrano appena sette gazebi montati e un allestimento estremamente modesto. La sproporzione tra mezzi impiegati e risultati ottenuti è evidente.

Incongruenze e criticità Le determine richiamano CIBOLIO, mentre la locandina e i materiali parlano di Olio a Monte; I manifesti non riportano i loghi obbligatori di Regione Lazio, ARSIAL e Giubileo nel Lazio, previsti come condizione vincolante per il finanziamento; L’Avviso vieta spese per diritti SIAE, ma tali spese risultano impegnate;

Gli affidamenti diretti si ripetono spesso verso gli stessi operatori, senza evidenza di confronto concorrenziale o valutazione comparativa; Manca una relazione di rendicontazione finale con dati oggettivi su partecipanti, visitatori, espositori e impatto promozionale.

Richieste Alla luce di tali elementi, l’opposizione chiede: La produzione di un report analitico delle spese sostenute con indicazione di fatture, CIG e CUP; La verifica della congruità economica dei servizi e del rispetto delle norme ARSIAL; L’accertamento di quale denominazione ufficiale sia stata utilizzata nel rapporto con la Regione Lazio e nei materiali trasmessi per la rendicontazione; Una valutazione di eventuali somme da restituire in caso di spese non ammissibili o difformi; L’impegno dell’Amministrazione, per il futuro, a pubblicare in anticipo un piano dettagliato di spese e fornitori, in nome della trasparenza e della correttezza amministrativa.

Conclusione La promozione dell’olio e dei prodotti tipici è un valore importante per la nostra comunità, ma non può trasformarsi in un contenitore vuoto e costoso. Le risorse pubbliche, specialmente quelle regionali, devono essere utilizzate in modo proporzionato, trasparente e tracciabile. E soprattutto, i progetti devono avere un nome, una coerenza e un rendiconto: non possiamo chiedere fondi per CIBOLIO e presentare alla cittadinanza Olio a Monte.

È una questione di chiarezza, di rispetto istituzionale e di fiducia nei confronti dei cittadini".