ARPINO - DURO SFOGO DI FABIO FORTE

  • Tommaso Villa

Ci sono degli insetti fastidiosi che per quanto possano servire in natura, sono assolutamente nocivi per l’uomo. La specie più nociva si denomina “Homo Sapiens”, in latino uomo sapiente, che è la definizione tassonomica dell'essere umano moderno. Si, avete capito bene! La specie più nociva per l’uomo, è l’uomo. E il caso di un tizio di nome... non è di Arpino... ha vissuto ad Arpino per via del lavoro del padre. Degna persona, rispettabile e ancora nei ricordi di molti che ebbero la fortuna di conoscerlo. Tra cui io.

E' stato mio compagno di scuola, tre anni di media alla MT Cicerone, stessa classe. Compagni anche alla scuola calcio di allora, sotto l’egida dell’indimenticabile e immarcescibile Don Emilio, in varie categorie. Eravamo ragazzi. Io un po’ robusto, pienotto, lui magro, longilineo, ma con delle appendici che rovinavano l’aerodinamica durante la corsa verso la porta avversaria. Passano gli anni, le strade si dividono.

Trascorre altro tempo, lui sempre lì, di vedetta, io sindaco della mia Città. Non ruppe subito i legami con Arpino, tanto che da fruitore, divenne organizzatore, gestore e allenatore proprio della locale scuola calcio. Sembrava avere qualità, fin quando un gruppo di genitori e alcuni dirigenti della società sportiva si rivolsero a me, in quanto sindaco pro tempore e proprietario, sempre pro tempore eh, degli impianti sportivi comunali, tra cui il campo di calcio.

Mi rappresentarono una situazione.. poco chiara, tanto da ammonirmi del fatto che se non fossi intervenuto, si sarebbero rivolti alla Stazione dei Carabinieri a sporgere querela. Assunte informazioni più precise e dettagliate, lo convocai in Municipio. Con fare diplomatico, senza far capire subito il motivo della convocazione, lo feci parlare. Ricordo che fu molto polemico, ne ebbe per tutti, soprattutto per quei dirigenti che proprio a me si rivolsero.

A quel punto fui diretto, suscitando in lui una reazione, inaspettatamente, del tutto remissiva... Ebbi modo di rivederlo, sempre in Municipio, quando venne a propormi l’acquisto di alcuni software. Lo ringraziai per l’offerta, ma non acquistai niente. Il Comune già aveva un fornitore e quei software erano già in dotazione agli uffici (dipendente di una PA, venditore a nero di software). Passa un po’ di tempo e mi arriva un invito su Facebook per aderire ad una pagina appena creata con un account gestito da una persona del posto, ma non da chi mi porse l’invito.

Da oltre 16 anni, quell’account dietro il quale si nasconde.., avvelena il clima politico ma non con critiche costruttive o polemiche dai toni accettabili, bensì con pesanti accuse, attacchi personali e ignobili ricostruzioni di fatti mai accaduti e, se accaduti, completamente distorti.

A far compagnia all’ideatore di questa sensazionale genialata, si unì un largo più che intelligente “signorotto” di Arpino... Tornato nel paesello dal nord, dove pare fece fortuna, finì per fittare campi per un gioco di cui non ricordo il nome. Ha a che fare sempre con rotondità, quindi palle. Piccole, grosse, è indifferente, purché si sparino.

Insomma, ancora oggi, nonostante siano passati anni dal mio allontanamento dalla Cosa Pubblica locale, continua con una perseveranza encomiabile a lanciare anatemi, invettive, sentenze e anche le pene. Le pene si, perché per questi pregiatissimi signori, saremmo stati solo degli incalliti delinquenti a cui andrebbe tolto anche il diritto di parola. A cui andrebbero tolte tutte le libertà possibili e immaginabili, con buona pace della Costituzione Repubblicana.

Le morali potrebbero essere tante. Anche quella della Favola di Fedro, ad esempio. Devo francamente asserire che ho pensato anche a qualche patologia. Sta di fatto che quando il radar intercetta, il signorotto lancia la boccia, ops! pardon! volevo dire la bomba...

Vorrei dire a questi onorevoli signori, che la pazienza ha un limite. Che la tolleranza è finita. Che gli avvocati non li paghiamo neanche.

Fabio Forte Ex sindaco di Arpino