ISOLA LIRI - GIANNI, IL COMMOSSO RICORDO DI GIANPIERO PIZZUTI

  • Tommaso Villa

Gianni Mezzone per me era il cugino di mio padre Romolo, anche se in effetti non lo erano di sangue, ma per un intreccio “del destino”. Mio nonno Alberto aveva in seconde nozze sposato Dorotea Mezzone, sorella del padre di Gianni, per cui era un cugino acquisito. Mio padre mi raccontava che durante la guerra tra il 1943-1944 la famiglia Pizzuti era sfollata a San Domenico a casa della numerosissima famiglia Mezzone (22 figli), dove Gianni ha sempre vissuto prima da figlio, poi da padre e infine da nonno.

Papà e Gianni si volevano bene ed ogni volta che passavamo lungo il torrente Fibreno, che costeggia la sua proprietà era tappa obbligata per la chiacchierata con suo “cugino”. Io Gianni l’ho conosciuto durante il servizio di leva al distretto militare di Frosinone, allora era il Maggiore Mezzone ed io un semplicissimo soldato di fanteria. Ero stato assegnato al suo ufficio, al vettovagliamento. Lo facevo spesso incazzare, lui avrebbe voluto strangolarmi più di qualche volta, ma mi guardava con quegli occhi sgranati che preannunciano una grande scurdia, ma poi mi lasciava stare, rassegnato perché non poteva, anche se, in verità, più di qualche volta me l’ero cercata ed avrebbe fatto bene.

Era un amante dei cani, la sua razza preferita i Pastori Tedeschi. Con il suo allevamento aveva riempito le nostre zone di bellissimi esemplari, l’accostamento pastore tedesco–Mezzone era scontato. Va via un uomo buono a cui la vita ha presentato un salatissimo conto per il dolore più grande di un padre, quella di perdere un figlio. Il suo sorriso e quella mano che mi saluta sono le ultime immagini che ho di lui, in un pomeriggio qualunque di una primavera di non molto tempo fa, lui dietro l’inferriata della sua proprietà.

Ciao Gianni

Testo e foto dal profilo di Gianpiero Pizzuti

(Nella foto Gianni con la moglie Emilia)