SANITA' - "CONDIZIONI DISUMANE E INACCETTABILI"
- Tommaso Villa
"Desideriamo portare all’attenzione una situazione insostenibile che riguarda il personale dell’URP e del PUA, costretto a operare in condizioni disumane e inaccettabili. Gli operatori sono infatti collocati in un sottoscala di pochi metri quadrati, dove in sei o sette si svolge l’attività quotidiana. La limitatezza dello spazio impone loro di posizionarsi all’esterno dell’area assegnata, rendendo evidente la totale mancanza di un ambiente di lavoro dignitoso e conforme alle normative di sicurezza".
La denuncia è di Rosa Roccatani, segretario provinciale UGL Salute, che aggiunge: "Si segnala il disinteresse del ... distretto B, formalmente delegato alla tutela della salute e sicurezza sul lavoro... Nonostante i ripetuti solleciti, anche tramite e-mail, non si è ancora adottata alcuna soluzione concreta. Sembrerebbe che la sicurezza e il benessere dei lavoratori non siano una priorità, lasciando emergere un grave disinteresse da parte di chi dovrebbe tutelarli.
È doveroso evidenziare come, mentre non si trovano spazi adeguati per il personale, alcuni locali siano invece affittati e utilizzati da medici di base esterni, o lasciati liberi in seguito al pensionamento dell’occupante. Questa gestione dimostra un’assoluta mancanza di pianificazione e attenzione alle esigenze di tutela dei lavoratori.
In un contesto in cui la tutela della salute e della sicurezza dovrebbe essere prioritaria, si registra invece un disinteresse totale nei confronti del disagio di chi è costretto a svolgere le proprie attività in condizioni disumane. La delicatezza e la riservatezza delle attività svolte – che includono l’accoglienza di cittadini, la gestione di reclami e la diffusione di informazioni sanitarie – rendono ancora più grave questa situazione. Ci chiediamo: dove si trova il rispetto della privacy, considerando che i rapporti tra dipendenti e utenti avvengono in spazi ristretti e in presenza di altri utenti e colleghi? È inaccettabile che, in un ambiente così angusto, si comprometta la riservatezza e la sicurezza di tutti.
Infine, si evidenzia come la tanto decantata tutela della privacy, che comporta un costo di circa 48.000 euro annui per la presenza di un consulente esterno, venga applicata esclusivamente al controllo degli atti pubblici. Ma la privacy degli utenti e la sicurezza dei lavoratori, che sono elementi fondamentali, sono completamente trascurate. È inaccettabile che si continui a privilegiare un aspetto e si ignorino gli altri, mettendo a rischio la dignità e la sicurezza di chi opera e di chi si rivolge ai nostri servizi.
Chiediamo un intervento immediato e concreto per risolvere queste criticità, affinché venga garantito un ambiente di lavoro dignitoso, sicuro e rispettoso della privacy di tutti".