IL CASO - LIBERTA' TRA BOSCO E ISTITUZIONI
- Tommaso Villa
In questi giorni fa discutere la storia della famiglia anglo-australiana che viveva nel bosco, in Abruzzo, e dei tre bambini portati in una casa-famiglia. Una vicenda che divide e che apre interrogativi reali: libertà, limiti dello Stato, ruolo della politica.
Il nostro è un sito umile. Non abbiamo giuristi da salotto o professori pronti a spiegarci tutto. Abbiamo solo il nostro modo di ragionare: semplice, diretto, figlio del buon senso. E siamo felici se qualcuno più esperto vorrà chiarire ciò che magari ci sfugge.
In questa storia c’è chi ha parlato subito e chi ha preferito il silenzio, richiamando il principio del “non si commentano le decisioni dei tribunali”. È una posizione legittima, ma non è questo il punto: qui non si tifa per nessuno. A noi interessa il nodo principale: quanto può essere libera una famiglia nelle sue scelte di vita senza essere considerata inadeguata dallo Stato?
La famiglia in questione aveva scelto uno stile di vita particolare, ma non risultano elementi di pericolo immediato: i bambini erano accuditi, nutriti, sereni. Piaccia o no, essere “diversi” non è un reato.
Il tribunale minorile ha emesso un provvedimento – non una sentenza definitiva – applicando la legge. La politica, com’era inevitabile, è intervenuta per chiedere chiarimenti. E quasi subito è arrivato il monito a non “strumentalizzare” e a non interferire.
Ma se chi applica la legge afferma di averla applicata correttamente, allora il problema non è il singolo provvedimento: è la legge stessa. Perché se vivere in modo non convenzionale, senza nuocere a nessuno, può portare all’allontanamento dei figli, allora significa che la libertà esiste solo finché somiglia alla normalità. E questo è un limite serio: significa che non si giudica un comportamento, ma una scelta di vita.
In momenti così la politica non solo può intervenire, deve farlo. Non per commentare un caso, ma per chiarire i principi. Per definire dove finisce la tutela e dove inizia la libertà personale. Per evitare che decisioni delicate diventino terreno scivoloso per tutti.
Forse ci sfugge qualcosa, forse la storia è più complessa. Può darsi.
Noi, nel nostro piccolo, pensiamo che a questa domanda qualcuno dovrà rispondere. Perché quando casi così arrivano sulle prime pagine, non sono solo cronaca: sono un pezzo del futuro che ci riguarda tutti.