ALATRI - OSPEDALE, IL CORAGGIO DI PRIORINI

  • Tommaso Villa

Abbiamo già scritto che l'apertura del nuovo san Benedetto fu un blitz di Francesco Priorini. Abbiamo ricevuto diverse testimonianze di amici che hanno voluto dire qualcosa, ma non vogliono comparire. Rispettiamo il loro volere e li ringraziamo.

"Se il nuovo ospedale S. Benedetto è stato aperto, prima che fosse depredato di sanitari e infissi, lo si deve soprattutto al coraggio politico di Francesco Priorini, allora Presidente del Comitato di Gestione della Unità sanitaria locale (USL) FR 2 - ci racconta un amico della Dc. Infatti, prima ancora che fossero perfezionate tutte le pratiche amministrative e le relative autorizzazioni all'apertura, Priorini prese la decisione di avviare il trasferimento dal vecchio ospedale di Piazza Regina Margherita, una notte del 1987.

Si racconta che letti, suppellettili e strumentazione sanitaria furono spostati con automezzi di ogni genere e con la partecipazione entusiasta del personale sanitario del San Benedetto. Chi prese parte a quello che fu un vero e proprio blitz lo ricorda ancora con piacere ed orgoglio. A quei tempi la Sanità non era in mano ai Direttori generali, medici o "tecnici", bensì in mano ai politici amministratori, rappresentanti del popolo: il Comitato di Gestione delle Usl era eletto dai consiglieri comunali del comprensorio, con voto ponderato, in base alla popolazione dei singoli comuni appartenenti al medesimo comprensorio.

E' evidente che fossero "portati" a rispondere alle attese della cittadinanza in materia sanitaria. Gli ospedali provinciali, forse, erano meno specializzati ma ce n'erano tanti (e c'erano tanti medici) , con poche liste di attesa.... I Comitati di Gestione della USL FR2, nati dalla riforma sanitaria del 1978, fecero anche significativi investimenti in macchinari e strumentazione sanitaria.

Prima di Priorini, c'era stato Carlo Costantini. Entrambi ricoprirono quel ruolo importante dopo essere stati sindaci di Alatri. La gente ha un buon ricordo della Sanità di quell'epoca (anni ottanta/novanta) e, in particolare, del San Benedetto, grazie anche a medici che ne abbracciarono le sorti e ne fecero crescere i reparti. I Comitati di Gestione delle Usl erano, sul piano politico, anche delle "stanze di compensazione" per la politica provinciale. Per esempio, nella Usl FR2, dove la DC poteva contare della maggioranza assoluta, non disdegnò di "aprire" ad altre forze del centro - sinistra.

Ed ecco che vice presidente fu eletto il socialista Paride Quadrozzi e, nel Comitato di Gestione, c'era anche il repubblicano Pasquale Germano, insieme ai democristiani Antonio Scarsella e altri" . "Il San Benedetto si è trasferito in località chiappitto il 10 agosto del 1987. I pazienti furono trasferiti con le autoambulanze allora in dotazione alla nostra asl non esistendo ancora il 118, mentre molte delle suppellettili furono portate presso il nuovo ospedale dai dipendenti con le proprie autovetture, questo a dimostrazione di quanto fosse il desiderio di tutti di poter lavorare nella nuova struttura ed il grande senso di appartenenza che animava il personale sanitario ed amministrativo.

I reparti presenti - la testimonianza è di alcuni dipendenti - erano il pronto soccorso diretto dal dottor Roberto Papitto, l’ostetricia e la ginecologia diretta dal dottor Giuseppe Desiato, la pediatria diretta dal dottor Virginio Bonanni, la chirurgia diretta dal dottor Franco Walter, la medicina diretta dal dottor Nicola La Fauci, l’ Otorinolaringoiatra diretta dal dottor Paolo Pietrandrea, l’emodialisi diretta dal dottor Carlo Mirabella, l’Anestesia e rianimazione diretta dal dottor Carlo Fiorini, la radiologia diretta dal dottor Giandavide Martellotta ed il laboratorio analisi diretto dalla dottoressa Anna Matilde Gabrielli. L’unico reparto che non fu attivato la rianimazione fu inaugurato il 4 aprile del 1996. C’era un grande spirito di collaborazione tra tutti e fortunatamente questo spirito di appartenenza rimane ancora oggi e fa sì che il nostro ospedale sia ancora un punto di riferimento per molti".

A prescindere da quello che tutti definirono blitz, negli anni 70 non mancarono le polemiche politiche e della stampa ad un certo lassismo proprio di colui che poi prese la responsabilità, il sindaco Francesco Priorini. Ma a chi venne l'idea, chi decise che la Città di Alatri ed i centri viciniori abbisognavano di una struttura più ampia, più moderna e facilmente raggiungibile dagli utenti. Così venne individuata quella zona, e non mancarono altre polemiche di cui non vogliamo assolutamente occuparci.

Ci viene in soccorso l'amico Giulio Rossi che ha lavorato per tantissimi anni nei due nosocomi, e che si svela: "Mi raccontava mio padre (il già assessore Aurelio Rossi detto Mario, nonché mio caro insegnante di Educazione fisica) che Il sindaco Priorini doveva recarsi a Roma, all'epoca Giulio Andreotti che pur non avendo un ruolo specifico nella Cassa per il Mezzogiorno (ente nato nel 1950 per favorire lo sviluppo economico), aveva un forte carisma nello stesso, si fece accompagnare da mio padre. Motivo del viaggio; Franco Evangelisti aveva chiamato a raccolta gli amministratori amici per far richiedere loro dei fondi, dei finanziamenti per i comuni ciociari e non per far ottenere qualcosa di importante.

Priorini chiese a mio padre: 'che dici Mario che gli chiediamo a Franco un ospedale o una struttura sportiva? Mio padre rispose: 'Direi un ospedale nuovo, poi se non ci sono abbastanza soldi pazienza. Forte di questa conferma fummo ricevuti da Franco Evangelisti. Priorini gli chiese: "Franco ad Alatri servirebbe un ospedale nuovo. Evangelisti scrisse su un blocco notes "Alatri- nuovo Ospedale" senza batter ciglio". Priorini lo chiese come sindaco e come presidente del Comitato di gestione della Usl Fr2 lo ottenne e lo dispose.

Dopo la pubblicazione del nostro articolo sul nostro sito Penna e Spada, e ringrazio nuovamente l'amico e collega Tommaso Villa, si sono registrati alcuni commenti, tra questi vorrei citarne uno, quello dell'amico professor Armando Frusone: "In Commissione toponomastica proposi di intitolare via Madonna della Sanità (dove è ubicato il San Benedetto) a Francesco Priorini, ma i soliti "benpensanti" si opposero, preferendo l'insignificante tratto di strada che scende lungo la chiesa di Santa Maria Maggiore". (Nella foto, fra gli altri, il Papa, Priorini, Andreotti).

Bruno Gatta