CULTURA - UN LIBRO LASCIATO SOTTO LA CASCATA

  • Tommaso Villa

“Il viaggio dei libri sospesi”: un autore, una storia d’amore, e una scia di emozioni lasciate in silenzio in luoghi simbolici, da sud a nord”. E non è ancora finita. Dove arriveranno, nessuno lo sa. Ma stanno già arrivando al cuore di molti.

Un libro lasciato sotto una cascata. Un gesto silenzioso, ma carico di significato.

Così è iniziato il viaggio dei libri sospesi, una sorta di itinerario emozionale che accompagna l’uscita di “Sospesi”, il romanzo d’esordio dell’autore [Matteo Conti].

Tutto è partito da Isola del Liri, dove è stata lasciata la copia 0, con una dedica scritta a mano: parole destinate a chi le avrebbe trovate, parole che chiedono di credere ancora nell’amore, nella vita, nei legami invisibili che uniscono le anime.

Da lì, il viaggio non si è più fermato. Da quel giorno, i libri sospesi si sono moltiplicati Una copia a Roccasecca, città natale dell’autore, a suggellare l’amore per le radici..

Poi è stata la volta del Lago di Posta Fibreno, luogo sospeso tra memoria e presente, in cui ogni lettore può ritrovarsi. Ma il cammino ha continuato ad allungarsi, toccando anche il nord Italia, con tappe significative fino a Brescia, attraversando autostrade, stazioni e piazze.

Ogni città ha ricevuto una copia sospesa o un adesivo simbolico, lasciato nei punti di passaggio e nei silenzi quotidiani, a testimoniare il bisogno di parole che restano, che accendono.

“Sospesi” non è solo una storia d’amore. È una riflessione sul coraggio di sentire, sulla vulnerabilità condivisa, sul tempo moderno che spesso ci tiene lontani da ciò che più desideriamo. Ogni libro lasciato rappresenta una domanda aperta: “Se l’hai trovato, forse dovevi trovarlo.”

Ogni libro lasciato è una scintilla, un tramonto in un luogo dell’anima. L’iniziativa ha raccolto attenzione tra lettori e curiosi. In tanti si chiedono: Dove arriveremo?

Forse là dove tutto ha inizio. Forse in una città che è anche madre, crocevia di storie e destini. Forse nel cuore di chi non leggeva più… ma aveva bisogno di sentire.