ECONOMIA - COMUNI UNITI PER CONTARE DI PIU' IN EUROPA

  • Tommaso Villa

Una giornata che resterà nella storia amministrativa della provincia: ieri, nell’aula consiliare del Comune capoluogo, è stato ufficialmente siglato il Servizio Europa di Area Vasta, una vera e propria alleanza strategica tra dieci Comuni ciociari decisi a unire le forze per contare di più. Sul tavolo: progettazione europea, visione condivisa, risorse da intercettare.

Lo storico traguardo è stato siglato con la partecipazione diretta dei sindaci Maurizio Cianfrocca (Alatri), Massimo Fiori (Arnara), Piergianni Fiorletta (Ferentino), Gino Molinari (Morolo), Lucio Fiordalisio (Patrica), Angelo Mattoccia (Pofi), Gianfranco Barletta (Supino), Germano Caperna (Veroli), oltre al vicesindaco Domenico Crescenzi per il Comune di Torrice.

A guidare il momento istituzionale, il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli, insieme al presidente della Commissione speciale Vincenzo Iacovissi, il consigliere delegato all’Ufficio Europa Marco Ferrara, e i consiglieri Christian Alviani, Andrea Turriziani e Corrado Renzi.

Un progetto ambizioso, nato da oltre due anni di lavoro, che ha puntato dritto a un obiettivo concreto: superare le fragilità dei singoli Comuni – come la carenza di tecnici o il limite dei 50.000 abitanti richiesto per alcuni fondi UE – creando un ufficio condiviso capace di offrire assistenza progettuale, competenze tecniche e una visione territoriale allargata.

“È una vittoria del territorio – ha affermato Mastrangeli – un gesto di unità e maturità istituzionale. Ringrazio ogni sindaco, giunta e consiglio comunale per aver compreso l’importanza di questa alleanza. Il nostro obiettivo è quello di diventare protagonisti nei processi europei, offrendo più servizi e più sviluppo ai nostri cittadini.”

Il Servizio Europa sarà attivato in forma sperimentale e associata, con sede operativa a Frosinone, e fungerà da punto di raccordo tra le politiche di progettazione comunitaria dei Comuni aderenti. La struttura, snella e funzionale, coordinerà l’accesso ai fondi UE, promuoverà lo scambio di buone pratiche, e rafforzerà le collaborazioni pubblico-private e con il terzo settore. La convenzione ha durata triennale, con rinnovo automatico.

Tra gli assenti alla firma spicca il nome di Ceccano, inizialmente indicata come possibile sede del Servizio Europa. La precedente amministrazione aveva scelto di restare fuori dal progetto. Ma il recente cambio al vertice – con l’elezione del sindaco Andrea Querqui – potrebbe segnare una svolta.

Il dialogo è ancora aperto: Ceccano può scegliere di entrare nell’alleanza già costituita, oppure guidare un proprio “cluster” territoriale insieme ai Comuni vicini (Castro, Villa Santo Stefano, Giuliano di Roma, Amaseno), replicando il modello “Area Vasta” in autonomia.

La firma di Frosinone è solo l’inizio. La conformazione geografica e la distribuzione dei servizi nel Frusinate richiedono almeno 4 o 5 poli intercomunali per garantire equità e accesso alle risorse in tutto il territorio. Ecco le configurazioni più plausibili:

🟢 Area Liri-Sorano: Sora, Isola del Liri, Arpino, Broccostella, Castelliri, Pescosolido,

🔵 Area Ceccanese: Ceccano, Castro, Amaseno, Giuliano di Roma, Villa S. Stefano,

🟠 Area Cassinate: Cassino, Piedimonte San Germano, Aquino, San Elia, Cervaro, Pignataro

🔴 Area Anagnina-Ernica: Anagni, Piglio, Paliano, Serrone, Acuto, Sgurgola,

🟣 Area Valcomino: Atina, Gallinaro, San Donato Val di Comino, Alvito, Casalvieri, Picinisco

Due aree ricchissime di storia, cultura e paesaggi, ma ancora assenti da progetti strutturati in ambito europeo: il Sorano e la Valcomino rischiano oggi di restare fuori dai giochi, con un danno che è insieme politico, sociale ed economico. C'è ancora tempo per rimediare.

Dare vita a Servizi Europa locali in queste zone significherebbe: mettere in rete Comuni medio-piccoli, creare massa critica per accedere ai bandi europei, valorizzare turismo, ambiente, enogastronomia e servizi sociali, rafforzare la pianificazione territoriale e la progettazione strategica.

Non è più tempo di attese. Serve una regia locale, il coraggio di lavorare insieme e la volontà di guardare al futuro. Il modello c’è, adesso va solo replicato.