ALATRI - LA CITTA' ACCOGLIE IL VESCOVO
- Tommaso Villa
La Città di Alatri e la sua gente, così come gli altri fedeli della Diocesi di Anagni-Alatri sono pronti ad accogliere con gioia, rispetto e soprattutto fede il nuovo Vescovo sua eccellenza reverendissima Santo Marcianò che, comunque va ricordato sia arcivescovo.
Dopo la presa di possesso nella Diocesi di Frosinone-Veroli- Ferentino lo scorso sette settembre e l'ingresso a Ferentino e la presa di possesso ad Anagni il presule già ordinario militare farà il suo ingresso solenne ad Alatri (non presa di possesso). Per le ore 16 di domenica prossima 28 settembre, è previsto l'arrivo del nuovo vescovo Santo Marcianò nei pressi della chiesetta dedicata alla Santissima Trinità (Porta San Pietro), dove il sindaco Maurizio Cianfrocca consegnerà le chiavi della città e donerà al presule l'anello di San Sisto (come avvenne anche con gli omologhi Francesco Lambiasi e Lorenzo Loppa).
A differenza di quanto avvenuto ad Anagni pare non ci siano state polemiche sul dono "personale" al vescovo. E' previsto un bagno di folla, come avvenuto per gli altri ingressi degli altri vescovi, prima del corteo che porterà Santo Marcianò a dorso della mula bianca per alcuni tratti del centro storico nella concattedrale di San Paolo dove celebrerà la solenne messa. A condurre e guiderà la mula bianca quest'anno sarà Giulio Molella, come tradizione prima di lui toccò a suo padre Francesco ed agli altri esponenti della famiglia Molella: Giulio, Pompeo, Valerio.
La tradizione dell'ingresso a dorso della mula ci è stata confermata personalmente proprio da Sua eccellenza reverendissima Santo Marcianò in una intervista esclusiva al nostro sito Penna e Spada. In quell'occasione il nuovo vescovo scrisse: "...Una tradizione che cercherò di rispettare perché le tradizioni sono molto importanti, nella storia e nella pietà popolare, con la quale si esprime la fede viva dei singoli e della comunità. Rispettare la storia con le sue tradizioni significa riscoprirsi comunità, famiglia; e nel nostro caso sarà bello crescere come comunità anche vivendo il dono impegnativo e prezioso dell'unità tra le due diocesi, ricche di storia da conoscere, custodire e condividere". Significative le parole di Santo Marcianò che invitiamo a tenere bene a mente, anche perché pronunciate prima della presa di possesso, e dove già si intravedeva a parer nostro come il nuovo pastore intenderà lavorare non soltanto con i fedeli ma anche con il clero.
Il vescovo continuerà pertanto con la tradizione dell'ingresso con la mula bianca che venne interrotta dal suo predecessore, e di cui almeno noi ignoriamo il motivo. Abbiamo voluto chiedere ad alcune persone un pensiero a proposito di questa antica tradizione. Il professor Giovanni Minnucci: "Ricordo ancora - è l'ultimo cui ho direttamente assistito, ed ero un bambino - l'ingresso sulla mula bianca di Monsignor Vittorio Ottaviani nel 1962 (nella foto) mentre contestualmente mi sovviene di aver conosciuto Monsignor Francesco Lambiasi presso il Monastero agostiniano di Lecceto a pochi chilometri da Siena (poco tempo dopo il suo ingresso ad Alatri nel 1999), che mi mostrò le foto della cerimonia. Mi spiegarono, quando ero bambino - continua il professor Minnucci - che la tradizione voleva così: era il ricordo tangibile della venuta ad Alatri, nel 1132, del Corpo del nostro Patrono, San Sisto papa e martire, le cui reliquie erano state collocate per l'appunto su una mula bianca destinata a raggiungere Alife, ma che non ne volle sapere di proseguire per la sua destinazione. Molto probabilmente questa tradizione si lega però anche alle cosiddette "cavalcate papali" che avvenivano dopo l'elezione per la presa di possesso della sede episcopale di San Giovanni in Laterano: "cavalcate" che, in secoli molto risalenti, sembra siano avvenute a dorso di una mula bianca", con un evidente significato simbolico perché finalizzato a richiamare l'ingresso di Gesù a Gerusalemme in groppa a un’asina o un puledro figlio di asina".
Il professor Gabriele Ritarossi: "L'ingresso del vescovo a dorso della mula è una delle tradizioni più importanti della città; non è solo una tradizione che potrebbe apparire folkloristica ma ci lega tanto al patrono e del suo arrivo sulla mula quanto anzitutto all'ingresso di Gesù a Gerusalemme. È forse anzitutto questo che i nostri padri hanno voluto evocare con questo rito popolare ma che spiega a pensarci bene quella che in fondo è la missione stessa del vescovo cioè si guidare il popolo confermando nella fede ed essere in mezzo alla gente seguendo l'esempio di Gesù che entra a Gerusalemme non da re ma da servo. Come presidente di un'associazione - conclude il professor Ritarossi - che si chiama radici questo momento evoca sicuramente una riscoperta delle radici cristiane della nostra comunità ed una identità di cui dobbiamo essere orgogliosi e testimoni. Da insegnante di religione un momento importante che in questi giorni ho approfondito in classe immergendo gli alunni delle mie classi in una scoperta storica e religiosa, fotografica e liturgica della straordinaria storia della nostra chiesa diocesana di Alatri prima e di Anagni-Alatri ora".
Il professor Armando Frusone: "Fin dal IX secolo il papa, appena eletto, dalla sua residenza doveva raggiungere la basilica di San Giovanni in Laterano per la cerimonia della intronizzazione, il suo primo atto pubblico. A partire dal 1100 il pontefice procedeva a dorso di una mula bianca, dando vita a un lunghissimo e fastoso corteo che attraversava Roma fra due ali di folla festante: era la “cavalcata papale", cerimonia profondamente simbolica, densa di significati religiosi e politici. Probabilmente voleva emulare l’ingresso di Gesù a Gerusalemme nella Domenica delle Palme, in groppa a un “puledro figlio d’asina” come profetizzò Zaccaria. Sempre sulla groppa di un’asina o di una mula bianca, la cosiddetta “chinea”, ogni 29 giugno i Borboni di Napoli presentavano al papa il tributo sancito nel 1264 da Carlo d’Angiò. Infine - insiste nella sua spiegazione il professor Armando Frusone - si ricorda che il patriarca di Venezia Giuseppe Sarto, prima di essere papa Pio X, si rese protagonista di un pellegrinaggio a dorso di una mula bianca per salire sul monte Grappa e benedire l’omonima Madonnina. Numerose comunità hanno fatto proprie, replicando, tali tradizioni. Oltre ad esse, Alatri può vantarsi dell’intimo rapporto che lega la mula bianca al miracoloso arrivo delle reliquie di San Sisto, ma è assai plausibile che la sua presenza sia derivata dalla “cavalcata papale” e non viceversa".
Tornando alle tradizioni ricordiamo che negli anni passati, in vista del nuovo ingresso del vescovo, un rappresentante della Confraternita di San Sisto chiedeva alla famiglia Molella una sedia, non proprio gestatoria visto che appunto è di proprietà della famiglia Molella che veniva portata nella concattedrale di San Paolo e dove sedeva il nuovo presule. Non ci risulta ancora, ma forse ci è sfuggito che quest'altra tradizione avverrà. Ci auguriamo di sì perché come già scritto e detto da Sua Eccellenza Reverendissima Santo Marcianò le tradizioni vanno rispettate.
Bruno Gatta