MOBILITA' - ALTA VELOCITA', RITARDI E PROTESTE
- Tommaso Villa
Ieri l’Alta Velocità Roma–Napoli ha vissuto l’ennesima giornata complicata. Un guasto tecnico nei pressi di Cassino ha provocato ritardi fino a due ore, con convogli deviati su percorsi alternativi e migliaia di passeggeri rimasti bloccati o rallentati. Non è la prima volta che accade e, con ogni probabilità, non sarà l’ultima.
Quel tratto di linea rappresenta un cono, un imbuto che condiziona l’intero sistema. Basta un inconveniente per trasformare un viaggio veloce in una lunga attesa, e la fragilità strutturale di questo snodo diventa evidente ogni volta che la cronaca riporta episodi simili.
Cassino non è una stazione marginale: è città universitaria, industriale e di servizi, porta del Molise e del basso Lazio, crocevia naturale tra Roma e Napoli. Proprio per questo i disagi che nascono lì hanno un effetto domino che pesa non solo sul territorio ma su tutta la rete nazionale.
Investire su Cassino, con un’infrastruttura dedicata e con una fermata AV stabile, non sarebbe un privilegio ma una scelta di buon senso. Significherebbe ridurre i ritardi, dare resilienza alla dorsale e al tempo stesso riconoscere centralità a un’area che oggi paga gli svantaggi senza raccogliere i benefici.
Ogni guasto diventa così un campanello d’allarme, un segno che non si può più ignorare. Trasformare Cassino da punto debole a nodo strategico è la sfida che attende la politica e le istituzioni: non solo per il Cassinate, ma per l’intero Paese.