MOBILITA' - LA FERMATA TAV SI ALLONTANA... VELOCEMENTE

  • Tommaso Villa

La stazione TAV di Ferentino appare sempre più lontana. Lo ha detto lo stesso presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, parlando di uno scenario che, se tutto andasse bene, potrebbe vedere la luce nel 2032. Ma noi lo sappiamo bene: se i tempi ufficiali sono sette anni, in Italia diventano facilmente il doppio. E allora parliamo di quindici anni, forse di più. La Ciociaria non può permetterselo. Non è una questione di capriccio, ma di sopravvivenza economica.

Il punto è semplice: RFI è ancora nella fase di studio. Non c’è un progetto definitivo, non c’è una data, non ci sono fondi stanziati. C’è un’idea, e basta. Nel frattempo, il tessuto economico della provincia si sgretola, i giovani scappano, le imprese arrancano. Possiamo davvero permetterci di aspettare altri dieci o quindici anni?

Ferentino, diciamolo, è una scelta più politica che di mercato. Fa effetto sentire “28 minuti da Roma”, è vicino al capoluogo, suona bene nelle conferenze stampa. Ma non basta. Una fermata lì servirebbe soprattutto Frosinone e dintorni, senza allargare lo sguardo oltre i nostri confini.

Cassino, o meglio l’area di Roccasecca, è tutta un’altra storia. Lì la bretella con la linea AV esiste già. Non c’è bisogno di inventarsi nulla, basterebbe avere il coraggio di investire dove si può partire subito. Una stazione in quell’area trasformerebbe il sud della Ciociaria in un vero hub economico: studenti, imprese, turisti, pendolari. E non solo da qui, ma anche dal pontino, dal Molise, dal nord della Campania. Sarebbe un bacino enorme, capace di dare ossigeno all’intera provincia.

La differenza è tutta qui: Ferentino è uno slogan, Roccasecca-Cassino può diventare realtà. E la domanda è una sola: vogliamo continuare ad aspettare promesse che si perdono nel tempo, o cominciare a costruire davvero il nostro futuro?

Intanto i nostri politici, si fa per dire, vanno a Roma con il cappello in mano per la Zes. E' la vecchia storia dei buoi e della stalla.