AMBIENTE - GESTIONE SOSTENIBILE E VERDE URBANO
- Tommaso Villa
Si parla sempre più spesso di Sostenibilità ed attenzione alla gestione dei processi ambientali. Abbiamo chiesto al dottor Matteo Marcoccia, docente di Scienze Naturali, Botanico, Micologo nonché Perito Agrario Laureato di verde urbano. Argomentazioni più che mai attuali.
"Parlare di verde Urbano significa parlare di tutta una serie di processi (fisici e chimici), dinamiche e strutture che direttamente ed indirettamente ospitano un numero congruo di specie vegetali, rispetto alla diversità che tale ambiente è in grado di offrire e raggiungere - spiega il professor Marcoccia - tale da costituire una piccola comunità biologica in grado di portare degli apporti più o meno significativi alle diverse matrici ambientali.
Più volte ho espresso il concetto di come il sistema vegetale urbano debba essere seguito e gestito e tale gestione è intimamente legata alle modalità in cui le diverse tipologie di verde urbano si integrano all’interno del tessuto cittadino e con le patch naturali o seminaturali delle zone periferiche prospicienti. Il verde nei centri abitati, nelle sue diverse funzioni - ricreativa, sportiva, storica, stradale o persino cimiteriale - svolge un ruolo indispensabile per la salute umana e apporta innumerevoli benefici a livello economico (diretto e non). Il verde, da numerose ricerche condotte, è associato a maggiori e migliori aspettative di vita, con una diminuzione correlata delle malattie cardiovascolari, mentali e con un migliore funzionamento cognitivo nelle fasce protette (bambini ed anziani).
Il tasso di mortalità tende ad avere delle correlazioni positive là dove gli spazi verdi tendono a diminuire. Non è un caso che tra le raccomandazioni dell’OMS ci sia quella dell’accesso universale agli spazi verdi, per altro opportunamente indicizzato. Gli aspetti naturali, o seminaturali, provenienti da situazioni di nuova creazione come giardini o parchi, o da situazioni di recupero - insiste Marcoccia - debbono tener conto di una funzione strutturale ed ecologica da svolgere all’interno del tessuto cittadino. Spesso in fase di progettazione di nuove aree verdi questo non viene tenuto sufficientemente in considerazione realizzando delle magnifiche “tele di natura” in città rendendole delle oasi isolate da qualsiasi altro contesto di scambio.
Ovviamente risulta fondamentale la comprensione di tale errata concezione anche alla luce della teoria ecologica e biogeografica dell’Isola dove chiaramente il numero di specie in grado di mantenersi in una data area non dipende solamente dalla dimensione della zona da proteggere ma anche dai tassi di immigrazione ed estinzione all’interno dell’area e altro fattore importantissimo dalla distanza da altri elementi naturali o non in grado di scambiare con essa materiale ed energia. Appare di certo vera la funzionalità del sistema rispetto ai servizi ecosistemici offerti ma si perde o si rischia di perdere la possibilità che tale sistema trovi una “naturale evoluzione” dopo la sua creazione muovendosi con fluttuazioni sempre meno rilevanti rispetto ad una curva della biodiversità intraspecifica e limitandone le perdite con le evoluzioni di propri sistemi di resistenza e resilienza.
Questo in altre parole significa che la gestione e la manutenzione per un ente si farebbe sempre meno cara se il tutto, in maniera attenta, fosse stato inserito in un progetto più ampio per la creazione di un network di aree verdi con capacità reale di scambio. La conoscenza del potenziale vegetale in un'area urbana è fondamentale, permette di muoversi con sicurezza verso progettazioni di risultati più facilmente ottenibili.
È per tale motivo che risulta di fondamentale importanza la creazione di un censimento del verde, completo sia sulla componente arborea quando sulla arbustiva ed erbacea, o la sua implementazione/ revisione là dove si sia già in possesso di tali dati. La capacità di rispondere a situazioni sempre maggiormente mutevoli è data dall'ampiezza dei dati e dalla capacità di elaborarli.
Solo per fare un esempio ho avuto modo di constatare che anche ad Alatri ci sia la presenza di un censimento arboreo parzialmente completo (rispetto alla biodiversità arborea su tutto il proprio territorio) e che sicuramente debba essere integrato, secondo le prescrizioni di rimando o le nuove situazioni venutesi a creare, per avere una buona e più idonea valutazione delle dinamiche in essere. Questo solo per ribadire il fatto di quanto sia importante una buona base dati per muoversi nella giusta linea di progettazione del territorio.
Non è un caso che più volte, e lo si può constatare facilmente - ribadisce Marcoccia - mi sono espresso su una progettazione integrata delle aree a verde del mio paese e mettendo in luce come queste aree tra loro debba risultare connesse. In che modo? Ovvio mantenendo e implementando la biodiversità delle aree boscate cittadine, mantenendo viva la creazione e realizzazione di siepi lungo coltivi e aree stradali e viali alberati mantenendo sempre un carattere di attenzione alla scelta delle specie da utilizzare e nello specifico per caratteristiche ecofisiologiche (fisiologia della pianta e grado di competitività con le specie autoctone) , rispetto dei Criteri Ambientali Minimi e dei criteri di sostenibilità. Proprio i criteri di sostenibilità infatti ci portano, come dico da sempre, a ripensare il nostro modo di vivere, produrre e consumare. Rispetto a talune idee, come espresso in altre sedi, spesso la fretta di proposta o di raccoglierne i frutti, spesso acerbi o del tutto assenti, mettono a repentaglio i stessi risultati raggiunti e creano danni più o meno accentuati sul territorio stesso.
Con licenza rispetto a talune soluzioni di protezione ed integrazione, se alcuni grandi della Scienza come Von Humbolt si potessero esprimere immagino che si pronuncerebbe in tal modo : “Vedo una visione frammentata, si cerca di salvare una specie qui, un’altra lì dimenticando che tutto è interconnesso.
Stanno creando dei giardini in una gabbia, ma il vero spirito della natura è nella sua interezza e non nelle sue singole parti…” E' evidente, alla luce di quanto detto, che è necessario ritrovare in un simile contesto nel rapporto uomo-natura, in cui il limite tra le nostre esigenze ed i benefici offerti dalla natura non devono trovare punti di rottura. È, pertanto, fondamentale trovare un giusto equilibrio tra uomo e ambiente, all'insegna di uno sviluppo sostenibile. Concludo ricordando che la cura della casa comune è un obiettivo che non può essere disatteso e alla quale dedicare in tutti i processi di cambiamento la nostra massima attenzione e i nostri sforzi e che è di fondamentale urgenza “Ripensare agli spazi urbani ed a nuovi sistemi di paesaggio”.
Bruno Gatta