TERRITORI - CITTA' DIFFUSA E AREA VASTA

  • Tommaso Villa

Dopo aver raccontato come i cittadini del Liri vivano già in un territorio senza confini reali, è giusto chiarire una cosa: la città diffusa non è un progetto politico, è una realtà sociale. Non serve un atto amministrativo per crearla, perché è già nata spontaneamente dal modo in cui ci muoviamo, lavoriamo e viviamo.

Ogni giorno Sora, Isola del Liri, Castelliri e Arpino si intrecciano in un flusso unico: uffici, scuole, negozi, ospedali, svago. La città diffusa è questa rete invisibile fatta di abitudini e percorsi quotidiani. Non ha un sindaco unico né un piano regolatore comune, ma funziona già come un organismo connesso, grazie alla volontà dei cittadini.

Diverso è invece il concetto di area vasta, che nasce dall’alto, nelle sedi istituzionali. È lo strumento pensato per gestire insieme i servizi — trasporti, ambiente, pianificazione — tra più comuni. Ma mentre la città diffusa è già viva e pulsante, l’area vasta nel nostro territorio non esiste ancora nella testa di chi amministra.

Non basta disegnare una cornice, serve riempirla di contenuti e di visione comune. In altre parole, la città diffusa è la realtà, l’area vasta è la sfida. E oggi la vera differenza la fanno le persone, non le carte. Senza una mentalità condivisa, senza amministratori capaci di guardare oltre il proprio campanile, ogni tentativo rischia di restare un titolo su un documento.

Lo abbiamo già visto: anche il progetto “Lirinia”, che doveva essere l’embrione di questa unione territoriale, affogò prima ancora di nascere, travolto da divisioni, personalismi e mancanza di coraggio politico. Eppure l’idea era giusta. Solo che, come accade spesso in Italia, si è tentato di fare la “Lirinia” prima di fare i “lirensi”.

Bisogna prima costruire un senso di appartenenza, un’identità collettiva, una cultura amministrativa comune. Solo allora potremo parlare davvero di un’area vasta del Liri. Perché la città diffusa già c’è. Manca solo che qualcuno inizi a governarla come tale.