ALATRI - SBAGLIATO DEMOLIRE LA LUIGI CECI

  • Tommaso Villa

Abbiamo acclarato che non è stata una buona idea demolire la Luigi Ceci, ma come già scritto nella prima puntata della nostra inchieste, non vogliamo e non dobbiamo entrare nelle dinamiche politico-amministrative. Resta il fatto che dopo l'altra scuola elementare, la Giovan Battista Lisi meglio conosciuta come "I Vecchi", anche il plesso di via del Calasanzio terminerà di esistere come anche la dicitura delle scuole medie Dante Alighieri e Giovanni XXIII, e del glorioso Liceo Ginnasio Conti Gentili. L'Amico giornalista Gigino Minnucci avrebbe esclamato "O No!

Ma alla Luigi Ceci nel corso di più di mezzo secolo non si sono verificati solo episodi belli. Un intervistato che ha voluto mantenere l'anonimato mi ha inviato questo messaggio che riporto integralmente: "Qualcuno sicuramente ricorderà quel brutto episodio di quella bidella che ebbe un incidente nel montacarichi e rimase uccisa. Non so se è il caso di ricordare questo episodio però magari è giusto nei confronti dei familiari dare un riconoscimento ad una figura che ha perso la vita in quella scuola, anche perché da allora, se non sbaglio, fu chiuso quello che doveva essere il refettorio". Chissà se qualche lettore ci vorrà delucidare in merito, anch'io ho vaghi ricordi. Ma continuiamo con le testimonianze. Valer Anziano ricorda la foto di gruppo scattata all'ingresso e della maestra Arduini e del maestro Giovannino Fiorletta.

Giovanni Rossi: "Il primo giorno di scuola io e mia madre eravamo in attesa davanti la scalinata ed il maestro Gerardo Figliozzi mi prese con sé. Nel periodo natalizio sempre con il maestro facevamo il presepe sopra al Torrione sopra i tabelloni elettorali. In quarta, invece la base di partenza era la planimetria dell'Italia ed in quinta quella dell'Europa. Ricordo quando il maestro Figliozzi costruì un decametro e con quello strumento ci fece fare il rilievo della scuola e poi la realizzazione del plastico con il compensato. Ricordo le belle ragazze delle magistrali che venivano a fare pratica,e poi la direttrice Fiorini e le bidelle Raffaella, Diego, Antonietta e zio Candiduccio. Ovviamente non posso dimenticare quando Benito Colella venne a farci la fotografia". Vorrei esprimere un particolare ringraziamento a Mario Costantini, figlio del caro ed indimenticato ex sindaco Carlo Costantini per il suo contributo fotografico e non: "Tra le foto della nostra famiglia ce ne sono alcune belle di Zia Nina, la maestra Filomena Papitto che ha insegnato per tanti anni alla Luigi Ceci ma anche in altri plessi di campagna tra cui le zone di Tecchiena e Monte San Marino (A quell'epoca nelle zone rurali il comune prendeva in affitto alcune aule di case private nda.). Ricordava non solo i sacrifici ed i disagi ma anche l'accoglienza ricevuta e la bontà".

Massimo Manzi batterista tra i migliori in Italia: "E' sempre spiacevole veder sparire i luoghi e con essi i ricordi della nostra infanzia. Io ero nella classe della maestra Nina Papitto che ricordo con affetto". Incontro l'amico di infanzia Antonio Rossi e chiedo anche a lui un ricordo, prende il telefono e mi mostra due foto, la prima ritrae il suo maestro Gerardo Figliozzi, l'altra sono tutti i suoi compagni di classe ed elenca tutti i nomi. "Almeno una volta l'anno ci ritroviamo per una cena conviviale. Lo faccio con quelli delle elementari e non con quelli delle medie e delle superiori. Vorrà dire qualcosa o no? Ti ho già risposto come posso dimenticare quegli anni di spensieratezza alla Luigi Ceci!" Tra gli episodi non belli legati alla nostra infanzia alla Luigi Ceci c'è quello riferito ad un alunno che era al Collegio stampa, questo ragazzo era il figlio di un famosissimo calciatore della Roma e della nazionale italiana. Forse per il distacco della famiglia che era lontana, cercò di scappare dalla scuola: aveva solamente 7 anni.

Charles Cianfrocca da anni vive a Rochester negli Usa, ma ha frequentato la quinta elementare alla Luigi Ceci: "Non so se esiste ancora questa scuola, ricordo che era una struttura storica, una scuola moderna". (Parte 5) (Nella foto una classe del 1965).

Bruno Gatta