ARCE/SORA - LA PRIMITIVA RAFFINATA ARTE DI CATIA REA

  • Tommaso Villa

Da non perdere in questi giorni che precedono il Santo Natale, la collettiva d’arte “Luci d’Inverno”, che si sta tenendo presso il Teatro Comunale di Arce a cura di Carla De Marco e che resterà aperta fino al prossimo 20 dicembre.

Tra gli espositori la poliedrica artista di Sora: Catia Rea. Pittrice, scenografa, costumista, cantante, ecc... da sempre impegnata in prima linea nella valorizzazione del territorio, quello della sua terra.

"Come artista - spiega - spazio attraverso tecniche varie: dalla pittura ad olio a quella acrilica, alla cartapesta, ecc., prediligendo l’uso dei materiali di recupero, quelli detti “poveri”: carta, cartone, plastica, legno di scarto (ma anche non), metallo, ecc., sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, di “non comune”. Potrei essere definita una “primitiva raffinata”, una “visionaria solida”, con una visione del mondo ben precisa. Le mie opere sono, spesso, una sorta di denuncia nei confronti di una società che ha venduto l’anima al diavolo (al “sistema”), vestito a festa, in cambio di un benessere fittizio. Per una struttura a livello mediatico ormai radicata, che incombe come una cappa pressante, che annulla e che dirige le menti ed i corpi, rendendoli privi di anima e di forza, a mo’ di automi… o, meglio, di zombie.

Tutto questo, ed altro ancora, sempre senza tralasciare i colori, solitamente forti, ed uno sprazzo di speranza, di rinascita individuale e globale.

Gioco col colore, elemento fondamentale nella mia arte, nella mia vita; lo graffio, come a graffiargli l’anima; lo liscio con dolcezza. Graffio la materia, la plasmo a mio piacimento, a volte quasi smaterializzandola, liberandola da strutture rigide, rendendola calda, tanto da farle subire un processo di trasformazione che va oltre la materia stessa, lasciandola nel contempo nel suo involucro originario… o ancora addomesticandola laddove serve, ma liberandola poi, per farla respirare, per farla vivere".

Da andare a vedere.