TRISULTI - RILANCIARE LA CERTOSA

  • Tommaso Villa

La Regione Lazio ha stanziato oltre cinquecentomila euro per il rilancio della Certosa. Non si tratta di un semplice restauro, ma di un progetto che vuole restituire vita a un patrimonio che rischiava di restare chiuso in sé stesso, visitabile ma non produttivo.

Il nodo centrale, però, resta quello della gestione. Oggi l’antico monastero è sotto la responsabilità del Ministero e in via operativa di LazioCrea, con l’introduzione di un biglietto d’ingresso come primo segnale di valorizzazione. Ma guardando al futuro, restano aperti diversi scenari. Si parla della creazione di una fondazione che possa coinvolgere enti locali, Regione e operatori culturali; si ipotizza un modello misto pubblico-privato che permetta autonomia gestionale; non si esclude che resti a lungo in capo agli organismi regionali già attivi.

Ciascuna di queste ipotesi porta con sé opportunità e rischi. Una fondazione potrebbe dare spazio al territorio, ma avrebbe bisogno di regole chiare e di partecipazione reale. Un modello gestito interamente da LazioCrea garantirebbe continuità, ma rischierebbe di rimanere distante dalle comunità locali. L’eventuale coinvolgimento di privati offrirebbe efficienza, ma imporrebbe vincoli forti per evitare che il bene venga trattato come un semplice contenitore commerciale.

Per il nostro comune e per l’intero comprensorio, il destino della Certosa non è una questione astratta. Da questa scelta dipende la possibilità di trasformare un monumento in un motore di sviluppo culturale e turistico, capace di generare lavoro e indotto. La vera sfida, adesso, è che non resti un progetto calato dall’alto, ma che diventi una costruzione condivisa, in cui la voce del territorio trovi finalmente spazio.