COSTUME - LE RAGAZZINE CHE SI CAMBIANO NEI BAGNI DEI BAR
- Tommaso Villa
….Seduto una sera al bar
C’È IMPOTENZA NEGLI ADULTI E UN INSOPPORTABILE MORALISMO DI QUELLI CHE... "AI TEMPI MIEI"
Sono seduto al bar, è sera, quasi notte. Una ragazza, età non più di 14 anni, supera con destrezza i tavoli che si frappongono tra lei e l'ingresso del bar. La conosco, alle elementari ha frequentato il laboratorio teatrale, era una bimba timidissima. È vestita con un jeans, di quelli nuovi che sembrano usati e una sobria T-shirt disegnata sul davanti.
È spensierata e allegra, deve aver avuto un permesso speciale da casa per uscire a quell'ora tarda, in fondo è poco più di una bambina. Io sono lì per caso, ho esigenza di rientrare subito, giusto il tempo per prendere un chinotto fresco. Ma cosa succede? La ragazza di prima esce dal bar completamente diversa, si è cambiata nel bagno, ora indossa un pantaloncino corto che lascia trasparire prosperosi glutei e una canottiera, che giunge fino alla cintola.
Ho notato che ad attenderla ci sono ragazzi della stessa età, qualcuno è stato un suo compagno di classe, fuma con disinvoltura e passa a lei il resto della sigaretta. Tutti sembrano ben “agghindati” nella loro divisa del sabato sera. Il gruppo è finalmente definito, mancava solo lei che deve aver ritardato, ora via a fare baldoria, manderanno giù, tutto d'un fiato, uno “shottino”. Il barman sarà comprensivo e non chiederà l'età. Poi nei vicoli berranno birra comprata il pomeriggio al supermercato, qualcuno eccederà, ma è sabato sera. Spariranno tra i meandri del centro storico, non li vedremo più, forse incontreranno altri coetanei e se chiameranno da casa diranno che sono da Francesca a festeggiare il suo compleanno.
Quando i ragazzi sono incapaci di sentirsi forti da soli, si associano in un insieme granitico, inaccessibile ad altri, il pericolo reale è che il gruppo si trasformi in branco. Si deve certificare una certa disinvolta scioltezza e spregiudicatezza per farne parte, ecco perchè la ragazza si è cambiata, ha indossato qualcosa che a casa non le avrebbero certamente permesso.
Per loro in fondo è tutto normale, si comportano secondo una tipologia vista e rivista da sempre, sin da piccoli, nei video giochi, in televisione e sui social network. Incontreranno la realtà, più tardi, quando, cresciuti, dovranno confrontarsi con i problemi di una vita sempre più difficile. Nel frattempo nei genitori c’è una forte sensazione di impotenza e una frattura che non si riesce a sanare, ma anche un insopportabile moralismo di chi vorrebbe autoassolversi, quelli cioè che... "ai tempi miei". Ma loro, i ragazzi, che colpe hanno? Sono i “vecchi” stessi che stanno fabbricando pazientemente un futuro senza certezze.
Luciano Duro
