ALATRI - LA CECI VA RICOSTRUITA ALTROVE

  • Tommaso Villa

Il nostro sondaggio-inchiesta sulla scuola elementare Luigi Ceci continua con altri interventi.

Abbiamo voluto scomodare il professor Armando Frusone: "Come altri miei coetanei ho frequentato la prima elementare, la cosiddetta “primina”, presso la “Scuola elementare privata Istituto Calvariane situata in piazza Sisto Vinciguerra” (così risulta dal frontespizio della pagella). Era l’anno scolastico 1955/56. Le classi seconda e terza le ho frequentate nell’edificio di largo Graziosi e pertanto il mio “esordio” in via del Calasanzio è avvenuto nell’ottobre 1958 per concludersi con l’esame finale del “II ciclo didattico”. Tranne il primo anno, per gli ulteriori quattro la mia maestra è stata “Ceci Giuseppina nata Cianfrocca”, come allora era doveroso riportare sui documenti ufficiali. Donna di eccezionale modestia e di sani principi, insegnante rigorosa ma sempre comprensiva, la cui presenza fu di aiuto all’intera classe per superare lo smarrimento causato dal trovarsi in ambienti inesplorati. Eh sì, debbo riconoscere che ci volle del tempo per far propri quegli spazi che sembravano smisurati rispetto ai familiari, dove era necessario contenere il tono di voce per evitare rimbombi. Mi ritrovai in quelle aule dopo una quindicina di anni, quando le esigenze di “ospitalità” dei gruppi partecipanti ai festival del folklore spinsero ad utilizzarle come camerate, di certo invivibili e inadeguate, ma delle quali, allora, nessuno di lamentava!

L'amico Armando non si limita ad un ricordo ma... - Concedimi di aggiungere il mio pensiero circa il futuro dell’edificio che per oltre mezzo secolo ha ospitato la scuola elementare e del quale impietose relazioni tecniche hanno decretato l’abbattimento. A mio parere, dettato dalle ultra quarantennali esperienze scolastiche, sarebbe da escludere l’edificazione del nuovo in quell’area circoscritta, in quanto non è più concepibile, al giorno d’oggi, privare una scuola di spazi esterni ben delimitati e recintati, in grado di garantire la tutela dei bambini e del personale una volta varcato il cancello di ingresso. L’edificio in caso di emergenze deve tener conto della complessità di un’immediata evacuazione, considerando anche la giovanissima età degli scolari.

Evacuazione che esige la presenza di ampi “punti di raccolta” individuati a distanza di sicurezza che, ovviamente, il sito attuale è impossibilitato a garantire. Inoltre, in una scuola moderna e con accettabili margini di sicurezza non possono mancare aree esterne che garantiscono le manovre degli scuolabus e dei mezzi di soccorso e che includono cisterne per le riserve d’acqua da utilizzare in caso di incendio. Troppo spesso si è portati a considerare i terremoti come il fattore di rischio più critico, sottovalutando, a torto, quello dovuto agli incendi, le cui normative di riferimento, in special modo per gli edifici scolastici, sono tanto inflessibili quanto criminalmente disattese o prorogate".

Un altro amico Antonio D'Alatri ha voluto lasciare una bella testimonianza: Visto che sono stati citati tanti maestri, ma non la mia maestra Sistina Mangiapelo, mi farebbe tantissimo piacere se pubblicassi questo mio semplice ricordo di lei. "In questa foto è rappresentata la parte maschile della classe 5^ A.S. 1977/78, insieme alla nostra maestra Sistina Mangiapelo, durante la tradizionale uscita di fine anno, al giardino dello sport, dove la Maestra ci portava e, come premio per l'impegno profuso in tutto l'anno, ci offriva un gelato da Angelino. A lei, che ha lasciato un segno indelebile di umanità e cultura, in tutti noi, un grazie dal profondo del cuore. Grazie Signora Maestra!" .

Marco Fiorletta: "Io il mio primo giorno di scuola lo saltai perché mamma si trovava in Germania con il Gruppo Folk e quindi mi trovavo da mia nonna a Frosinone. Fu papà ad accompagnarmi il secondo giorno in classe, ma ero molto timido ed impaurito. Era il 1982, addirittura per la timidezza non feci neanche merenda e la lasciai nella cartella: però che bei tempi".

Bruno Gatta