LA CIAMBELLA - LA CASCATA: COMM'ERA I COMM'E'

  • Tommaso Villa

Questa volta la mia ciammella ha un interlocutore. Ho ritrovato un quadro ad acquarello di un certo E. Pantano (stiamo cercando notizie su questo pittore), dovrebbe essere stato dipinto intorno al 1950, quando ancora non ero nato, e quando ancora la Cascata grande non era stata violentata con sbarramenti.

Non ho idea se sia stata una precisa volontà del pittore di inserire un viso femminile nella cascata o se si tratta solamente dell’uso di una tela già utilizzata. Ma l’immagine complessiva mi sembra straordinaria e il viso della fanciulla appare, a dir poco, imbronciato, se non proprio incazzato, sornione e indefinito. Sembra proprio che voglia dirci qualcosa.

La notte della scoperta, durante i miei sogni, mentre mi facevo la mia ciambella, mi sono fermato sul ponte ed ho visto quel volto incastonato nella cascata ed è stato inevitabile che iniziassimo a dialogare, anche se più che un dialogo si è rivelato un monologo.

Una nota: sono sicuro che la cascata rappresenti per noi isolani una sorta di figura archetipica che almeno una volta nella vita è venuta a trovarci durante i sogni. Quello che segue è il tentativo di riportare, parola per parola, il dialogo tra il volto della cascata e me, ma vi avverto, è un monologo, è uno sfogo della Signora e, naturalmente il tutto è avvenuto in dialetto, e mo so cavoli.

Sient uagliò, ma ch cazz stet a comb’na? (Senti ragazzo, ma che accidenti state combinando) Ma u set cecàt? tu le stiè a udè comm’ere, larga, fort, bella comm na stella la nott d sant lrienz? E guardm mo, come m’aiut rdotta, monca, poura d’acqua, stmnzita, n monument all’acqua che manca! E vabbuò, l sacc pur i che chioua de men, ca la neue è chiù le uot che manca che chell che fa e che orama la neue la comncemme a udè sul a cor d’inviern e sul pe cac iorn, l’aqua sta scort.

(Ma avete forse voi perso la vista? tu mi stai vedendo come ero, larga, forte, bella come una stella la notte di San Lorenzo. E guardami adesso, come mi avete ridotta, senza un braccio, povera d’acqua, striminzita, un monumento all’acqua che manca! Senti lo so anch’io che i cambiamenti climatici fanno piovere di meno, che la neve è più le volte che manca che quella che fa, e che oramai la neve la cominciamo a vedere solo nel pieno dell’inverno e solo per qualche giorno, l’aqua sta finendo).

E allora m tocca chiappà kella poca acqua ch passa in chigl buc largh appena 2 metr, e può la spanne, facc na spec di miracl e regn ch n fil d’acqua tutta la part che pozz.

(E allora mi sforzo di prendere quella poca acqua che passa in quel piccolo buco largo appena due metri e poi, grazie ad una spece di miracolo dell’idraulica, riempio con un filo d’acqua tutta la parte che posso)

E nn te pozz raccuntà quell che scced a sordma, quella puuraccia è duuta sfonnà chigl piezz di fierr che la sbarra. Ma chell ch è riscita a fa è poca cos, cacch con d’acqua che sprizza andò po', è poca robba; è comm se chell poch gocc diuentn lacrim d rabbia.

( E non posso raccontarti quello che succede a mia sorella (la Cascata Valcatoio presumo), quella poveraccia ci si è messa con tutta la buona volontà per sfondare la paratia di metallo. Ma quello che è riuscita a fare è poco cosa, un po' d’acqua che schizza dove può, molto poco, ed è come se quelle poche gocce d’acqua non siano altro che un pianto di rabbia).

So propria ncazzata, m’enn ditt che lisra è adduentata na località famosa, è partcpato a n concors ‘n teleuision, uè gent da tutt gl munn, uienn m freghn na fotpgrafia, s fann n selfi e s n uanno. E quant can attorn a chist uoss! E chiu passa gl tiemp e chiù ued la rassegnazion: la cascat d lisra, chest’è, chestè rimast. Uaaaa accusì poc acqua ce sta? E che può fa, chess’è.

(sono proprio alterata, ho saputo che Isola del Liri è diventata una località famosa, ha partecipato ad un concorso in televisione, e viene gente da tutto il mondo, arrivano mi rubano una foto, si fanno un selfie e se ne vanno. E sembra che ci siano diversi cani che stanno mangiando l’osso! E più passa il tempo e più vedo la rassegnazione: la Cascata di Isola, è questa, questa è rimasta. Sono sorpreso, non mi aspettavo così poca acqua, e che ci vuoi fare, così è.)

Uid comm so bella dent a st quadr! Chist ern gl tiemp addò faceua gl’ammor ch u d lisra, ce steua quigl poeta, nennè me par ca se chiameua, ch mè saput raccuntà, simm fatt gl’amor, gl so prtat dentr all’acqua, tra la schiuma i è saput trua l parol chù bell per fa gl’ammor ch me.

(vedi come sono bella in questo quadro! Questi erano i tempi in cui facevo l’amore con voi di Isola, ci stava un giovanotto poeta, nenè mi pare che si chiamasse (Nenè Pisani presumo) che ha saputo raccontarmi, abbiamo fatto l’amore insieme, l’ho portato dentro le mie acque, nella schiuma ed ha saputo trovare le parole più belle per fare l’amore con me)

E mò, che stet a fa p me? Par ch n ue ne frega nient d quell che m stet a fa. Ruuglietv e ncazzetv!!

(E adesso cosa state cercando di fare per me? Sembra che non vi interessi niente di quello che mi succede. Orsù svegliatevi, ve ne prego!)