CASSINO - NIENTE IMMOBILI SULLE SPONDE DEL RAPIDO

  • Tommaso Villa

Una società immobiliare non potrà realizzare su un terreno in prossimità del fiume Rapido, tra via Sferracavallo e via Lago, un grosso opificio, inizialmente destinato alla produzione di materiali di finitura per l’edilizia, però successivamente modificato in un fabbricato con destinazione commerciale e artigianale.

Una sentenza della quarta sezione del Consiglio di Stato (Luigi Carbone, presidente, Luca Lamberti, Giuseppe Rotondo, Luca Monteferrante, Eugenio Tagliaboschi, consiglieri) ha, infatti, respinto il ricorso in ottemperanza della sentenza numero 2059 del 2022 dello stesso Consiglio di Stato, presentato dalla società. Il Comune nella non facile controversia ha affidato il suo patrocinio all’avv. Lio Sambucci.

Il massimo organo amministrativo ha rigettato il ricorso perché, tra le altre considerazioni, ha ritenuto “non configurabile la prospettata nullità del provvedimento di diniego adottato dal Comune”, come si legge in un passo della sentenza.

Infatti sta qui, nel provvedimento di diniego del 19 marzo scorso, a firma della dirigente dell’area gestione del territorio comunale, arch. Angela D’Anna, e della funzionaria responsabile del servizio Sportello unico dell’edilizia, arch. Diana Colella, l’argine posto alla calata di cemento su un’area a forte rischio idraulico.

Quel terreno oggetto di intervento ricade infatti (ai sensi del Piano stralcio per l’assetto idrogeologico - rischio idraulico dell’Autorità di bacino dell’Appennino Meridionale) nella fascia fluviale B2 e in zona a rischio Idraulico R2. Nei pressi scorre il fiume Rapido che, dalla sorgente alla confluenza con il fiume Gari, si trova inserito tra le aste principali dei bacini idrografici regionali.