ECONOMIA - LA CRISI COINVOLGE PURE CAFFE' E CORNETTO

  • Tommaso Villa

Caffè e cornetto, simbolo della colazione italiana, non sono più un’abitudine scontata. Anche nei nostri paesi e nelle nostre città si sente il peso di un cambiamento: i bar di quartiere chiudono, gli incassi calano, e le famiglie – strette tra rincari e nuove abitudini – tagliano le spese considerate non indispensabili.

Il quadro è lo stesso che preoccupa a livello nazionale: meno “bar sotto casa”, più difficoltà a tenere in piedi una formula che per decenni ha rappresentato un momento sociale, prima ancora che gastronomico. A complicare il quadro, ci sono i costi internazionali del caffè, saliti negli ultimi anni per effetto dei cambiamenti climatici e delle tensioni globali sulle materie prime.

In compenso, cresce la ristorazione sperimentano formule nuove per intercettare i consumatori. Ma a dividere davvero la scena sono i fast food e le catene veloci, che parlano soprattutto ai giovani e a chi vive di fretta, erodendo spazio al modello tradizionale di bar e trattoria.

La colazione all’italiana resta un rito identitario. Ma senza margini e senza domanda non regge. In Ciociaria la partita si vince con formule agili, bar di prossimità rinnovati e sostegni ben utilizzati, come i bandi della Camera di Commercio. Intanto, i fast food avanzano e noi spesso ne celebriamo l’apertura, senza renderci conto che tolgono terreno alle nostre tradizioni.

Per resistere, il “bar sotto casa” deve cambiare passo: orari più flessibili, offerte chiare, tessere fedeltà semplici e un rapporto diretto con la comunità. Così la tazzina può tornare regina. E noi facciamo il tifo: con il cuore… e con i numeri.