L'OPINIONE - UN TERRIBILE AMORE PER LA GUERRA - DUE

  • Tommaso Villa

La maggior parte delle analisi storiche sulla guerra si concentrano su catene di cause e di concause, ma queste catene non esplicitano nemmeno un po' l’origine del pensiero della guerra. Bisogna che l’idea di guerra maturi nella mente di qualcuno, bisogna che questo qualcuno riesca ad avere un seguito importante e che il suo pensiero coinvolga altri esseri umani.

L’entrata in guerra di una nazione, e ci riferiamo solo ad una nazione che aggredisce, ad un gruppo armato che agisce con la morte e con la violenza, ha bisogno di un tempo di maturazione. E’ come se l’embrione di un pensiero di guerra cominci a introdursi nelle conversazioni quotidiane e che si attacchi a qualche nemico; si sviluppa attraverso l’idea che c’è una soluzione al problema creato con l’idea della soluzione finale, la soluzione finale di una guerra concretizza la possibilità di risoluzione del problema che l’idea di guerra stessa ha prodotto.

La mia immensa sete di potere comincia a contagiare l’opinione pubblica, creo un nemico, il nemico è essenziale, e tutta l’opinione pubblica comincia a ragionare su quel pericolo, non importa come e con chi, l’importante è che il tarlo delle differenze, la diversità evidenziata ed esecrata diventa un punto da cui osservare la realtà. Facciamo l’esempio di quanto sta accadendo in questi giorni: un movimento mondiale pacifico, disarmato si offre per puntare l’attenzione su un genocidio: un popolo ha costruito nel tempo i motivi per distruggere un altro popolo che, a sua volta, ha lo stesso tipo di atteggiamento verso Israele.

Cercare i motivi di questo odio è, probabilmente, perfettamente inutile, tanti e tanto grandi sono da sembrare giustificati e giustificabili, la cosa importante è che inevitabilmente tanto odio reciproco ha prodotto una guerra e siccome le due parti sono incommensurabili, sta producendo l’eliminazione fisica di una delle parti. La Global Sumud Flotilla è l’espressione di una volontà da parte di una parte del mondo di attirare l’attenzione verso l’umano e l’umanità: salviamo le vite umane, non utilizziamo le armi della fame e della sopraffazione per invocare la soluzione del problema.

Questa iniziativa ha rovesciato il problema: il problema è la soluzione trovata al problema. Ma alla fonte rimane un concetto fondamentale: l’idea che esista una superiorità “divina” di un popolo verso l’altro, l’idea che una terra mi appartenga per volontà divina. Ambedue le concezioni religiose alla base della mattanza rivendicano la distruzione dell’altro.

Da questo sembra nascere l’idea della guerra, da qualcuno che “legge” la realtà con gli occhi spiritati del fanatismo, che nutre il proprio ego e la propria potenza con l’odio verso l’altro. E’ la vecchia storia di Caino e Abele, siamo ancora fermi li? Pare di si. Pare che alcuni leaderr politici affermino se stessi, o meglio, per affermare la propria leadership, costruiscano nemici e motivi per scagliarsi contro gli altri. Se le difese psichiche di un popolo si lasciano travolgere da queste ondate di odio, la guerra e la sua possibilità cresce, e matura nel tempo, fino a che un popolo decide di armarsi e partire, contro il nemico, contro un nemico.

Ogni dittatura cresce nella ricerca di un nemico esterno. Se la mia rabbia e il mio desiderio di potere si afferma e domina la mia coscienza, divento capace di distruggere, di scagliarmi contro l’altro. In ogni dittatura militare, una volta conclusa la guerra che ha portato alla prima vittoria, la mia attenzione si rivolge agli oppositori interni, In qualche modo proietto su altri le mie istanze d’odio, trasformo gli altri nell’oggetto concreto della mia rabbia, accresco il mio potere con la lotta verso questi nemici costruiti ad arte, proietto i miei contenuti angosciosi e rabbiosi fuori di me e in questo coinvolgo quanti vogliono seguirmi.

Ma poi questo non fermerà la mia rabbia, anzi, alimentando la mia sete enorme di potere, accresciuta dalla consapevolezza che altri stanno seguendo le mie indicazioni e sono disponibili a morire per me, rivolgo l’attenzione a quelli che mi sono vicini: divento paranoico, continuo ad alimentare la ricerca dei miei nemici, i miei fantasmi interni si concretizzano nell’altro che vuole eliminarmi. Una lotta interna che assume aspetti paranoici e schizoidi si concretizza in un potere reale micidiale e terribile. La frittata è fatta.

Ricapitolando: io mi presento come il Salvatore, colui che renderà grande la nazione, colui che creerà la nuova età dell’oro, che riaffermerà il dominio della nazione da me guidata verso la grandezza e la potenza sul mondo. Se qualcuno, disarmato e inerme, prova a lanciare un messaggio di pace di fronte ad un genocidio, riporto l’attenzione su di me, non saranno certo quei quattro straccioni a risolvere la questione, ma io, attraverso i miei alleati, con la forza del potere e rivendicando un potere di vita e di morte, riporto i termini per la pace sul terreno che voglio e gestisco io- A me gli occhi please, non c’è altro dio al di fuori di me.

Dobbiamo stare attenti, per l’Europa sta girando l’idea che è possibile che dobbiamo difenderci dalla Russia, che l’America ci sta lasciando soli e allora per due che stanno dividendosi il mondo prima dell’ingaggio finale, ci spartiamo il mondo e togliamo di mezzo le pretese europee di essere grandi a loro volta.

E’ una grande impresa quella di non far crescere nelle nostre coscienze la rabbia della risposta verso questi tiranni, è una grande impresa coltivare la pace e la crescita della consapevolezza, è una grande impresa rivolgere l’attenzione verso le proprie rabbie e manifestare la propria contrarietà a queste politiche tramite cortei assolutamente pacifici. Il primo nemico è dentro di noi, l’altro è una possibilità e un incontro, non un nemico.