CIOCIARIA - IL DISASTRO DELLA SANITA' PUBBLICA

  • Tommaso Villa

La Sanità pubblica in Provincia di Frosinone lascia parecchio a desiderare. Dall'interno non si può comunicare in modo formale e allora, informalmente, proviamo a delineare lo stato della sanità in Provincia di Frosinone.

Prima una considerazione nazionale: spesso ci si chiede come mai la sanità pubblica, attaccata, bistrattata, causa prima delle inefficienze, non venga sostituita del tutto dalla sanità privata. Una risposta c’è: le condizioni traballanti della sanità pubblica ne fanno il naturale caprio espiatorio delle cose che non funzionano; in questo modo le contraddizioni e i costi della sanità privata rimangono nascosti, così come l’enorme rischio di creare sempre più situazioni di iniquità e di abbandono delle classi sociali più povere. La colpa è tutta del pubblico che non funziona, mentre il privato può campare di rendita, al di la degli effettivi meriti.

In Provincia di Frosinone la situazione è ancora più sbilanciata: il servizio pubblico sta in grandissima sofferenza, mancano molte figure professionali, i pochi assunti sono a tempo determinato e a partita IVA, alcuni reparti sono in grandissima sofferenza. La percezione degli stessi operatori sanitari è molto negativa, si cerca di supplire come si può a grandi carenze e a situazioni difficili.

La ASL di Frosinone da almeno due anni non produce concorsi interni per gli incarichi di responsabilità dei vari reparti. Moltissimi reparti e servizi territoriali vanno avanti con la buona volontà di alcuni operatori che, pur non avendo riconoscimenti ufficiali, continuano a firmare, ad assumersi responsabilità per relazioni, cartelle, impegni di spesa e altro. La

ASL in questo modo sta risparmiando tantissimi soldi, ma è evidente che una situazione di questo tipo crea disservizi. Non si spendono soldi per rafforzare e/o riconoscere il lavoro svolto al personale interno ma si spendono fior di soldi in consulenze esterne, partite IVA, contratti con professionisti andati in pensione.

Il dipendente della ASL si sente defraudato e vilipeso nella propria dignità, si trova di fronte ad un muro di gomma che non da risposte, che promette e non mantiene. Una lenta disgregazione che viene addossata allo stesso personale in sofferenza.

La ASL di Frosinone, forse, ha un indubbio primato: da quando è diventata Azienda ha probabilmente il più alto numero di avvicendamenti nella carica di Direttore Generale e/o di Commissario Straordinario. Appena ne arriva uno nuovo, gira subito la voce che presto andrà via.

La ASL di Frosinone è considerata una Azienda scassata ma il demerito è tutto da attribuire alle nostre classi politiche che la gestiscono senza lungimiranza e senza attenzione alla valorizzazione della capacità interne. Ce ne sono di eccellenze, ma quasi tutti i professionisti più seri e impegnati, che credono nel servizio pubblico, si trovano nella sofferenza di gestire difficoltà enormi rispetto ai continui cambiamenti, alle incongruenze, ai rientri dai deficit, ai trasferimenti, al rientro per la finestra di coloro i quali erano usciti dalla porta. Un grande disastro.

La situazione, forse, più difficile, oltre al Pronto Soccorso, è quella che attraversa da due anni, e ancor più dal maggio dello scorso anno, il Dipartimento di Salute Mentale e delle Patologie: senza Direttore, senza Responsabili delle Unità Operative Centrali e senza che coloro i quali si stanno assumendo le relative responsabilità abbiano una lettera di comunicazione da parte della Direzione Aziendale che ne certifichi almeno la sostituzione.

Tutti gli operatori non hanno soldi in più per coprire straordinari e responsabilità, mentre per le necessità immediate si fa riferimento a psichiatri in formazione e a consulenti a gettoni di presenza. Un altro disastro.