ALATRI - SCUOLA CECI, UN AFFETTO CON NON FINIRA' MAI

  • Tommaso Villa

Gli amici Gigi, Giulio ed altri amici mi hanno invitato a continuare in questo amarcord su la Luigi Ceci, sto trovando qualche difficoltà perché alcuni amici e conoscenti non hanno risposto al mio invito ma non demordo.

Daniele Sistopaoli: "Ho ricordi molto vivi e affettuosi degli anni trascorsi a scuola. La prima volta che varcai il suo ingresso fu in un giorno per me molto speciale: era l’ultimo giorno di servizio di mia nonna, Virginia Sistopaoli, che insegnava proprio lì come maestra. In quell’occasione così importante, volle che anche noi nipoti la accompagnassimo per salutare insieme i suoi alunni. Era un momento carico di emozione, che ho custodito sempre con grande tenerezza. Negli anni successivi tornai alla “Luigi Ceci” come alunno, seguito da una maestra davvero dolcissima: la maestra Agatina Di Lelio, sorella di Don Luigi. Tutti noi le volevamo un gran bene, perché sapeva farci sentire accolti, ascoltati e felici di stare a scuola. Ricordo anche un breve periodo in cui, a causa di lavori di ristrutturazione all’edificio, fummo trasferiti temporaneamente in altri locali e facemmo lezione di pomeriggio. Furono circa 10 giorni diversi dal solito, ma anche quelli sono rimasti impressi nella mia memoria.

Uno dei ricordi più belli è legato a mio padre (l'indimenticato e caro amico Sandro Morato), che organizzò un laboratorio teatrale proprio nella palestra della scuola. Misi in scena, insieme ai miei compagni, uno spettacolo ambientato in un circo, con animali, domatori e tanto entusiasmo. È uno di quei momenti che ricordo ancora con gioia e gratitudine. Sapere che presto quella scuola sarà demolita mi rattrista, ma allo stesso tempo mi spinge a custodire ancora più gelosamente questi ricordi. La “Luigi Ceci” ha rappresentato per me un pezzo importante di vita e affetto, e resterà sempre viva nella mia memoria.

Gabriele Ritarossi: "I miei ricordi della Luigi Ceci sono piuttosto chiari essendo io del 1984. Ho ricordi molto nitidi della mia classe dalla prima alla quinta elementare del corso B che si concluse con l'esame di quinta (forse una delle ultime annate ad affrontarlo). Porto i ricordi dolci della maestra Gabriella Picchi che alla fine della prima elementare decise di comunicarci la promozione dicendo una frase all'orecchio di ciascuno. A me disse " sei stato promosso, continua a leggere tanto perché sei bravo".

A distanza di anni trovo quel gesto di una profondissima capacità pedagogica. Il maestro Antonio Massa che regalava momenti esilaranti col suo topolino fatto col fazzoletto e la maestra Mariella così autorevole ma, allo stesso, tempo delicata e capace di darci sicurezza..Ancora oggi quando la incontro la saluto con "buongiorno e buonasera maestra". Uno dei ricordi più belli che ho è quello del torneo di calcetto delle scuole elementari nel 1994-1995 in piazza. Fu un momento bellissimo di gioia, di crescita e di condivisione.

Ricordo, infine, la stanza del Direttore, che nel mio periodo era Giorgio Vinci, che mi e ci sembrava uno dei pochi luoghi capaci di incutere il giusto timore ma che anche la sicurezza di trovarci in un posto protetto. Quando con mia figlia passo davanti alla scuola le racconto sempre qualcosa e lei ogni volta mi guarda e mi dice: "papà questa era la scuola tua?!" Credo che sia il modo migliore per tramandare qualcosa che resterà per sempre nel cuore di quanti di noi ci hanno passato i primi anni.

Giovanni D'Alatri, storica bandiera verderosa, portiere dell'Alatri della Quarta Serie: "Il mio insegnante delle elementari era il maestro Desiato, ho un ricordo particolare, agli esami di quinta, al mio compagno di classe Giancarlo Rossi chiese la formazione della Juventus (la stessa cosa ci è stata raccontata da Patrizio Cittadini, ma sono classi diverse, a quanto pare essere tifosi bianconeri serviva per essere promossi!!! ovviamente è una battuta non me ne vogliano i miei amici juventini, mi riferisco soprattutto a Roberto Mercaldo ed ai compari Valter Anziano e Franco Caporilli) promettendogli la promozione e così fu. Giovanni Tofani: "Ho bellissimi ricordi sotto tutti i punti di vista, ero in classe con il maestro Enzo Caprini. A seconda della classe salivi di piano, quei corridoi lunghi e quelle aule immense, l'ora di ginnastica in palestra e le feste di carnevale nel giardino".

Davide Orazi: "Mi chiedi un pensiero Bruno, dentro quelle mura ho imparato a leggere e a scrivere, ma anche a sognare. E’ stato il primo luogo in cui ho conosciuto l’amicizia vera, quella fatta di merende e risate. Tra quei banchi ho custodito il mio primo amore, scritto solo su un foglietto mai consegnato. Sapere che presto sarà demolita spezza il cuore. Ma continuerà a vivere il sorriso nato lì dentro, ogni insegnamento trasmesso. Anche se l’edificio scomparirà, ciò che ha donato continuerà a sopravvivere. E certo, proprio su quelle macerie, nascerà una nuova scuola: diversa, ma pronta ad accogliere sogni, giochi e nuovi inizi".

L'assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Alatri Simona Pelorossi, qualche giorno fa ci ha rassicurato, la Madonnina posta nell'atrio della Luigi Ceci adesso è stata posizionata al di fuori della scuola media. Forse non tutti sanno che non fu facile 60 anni fa decidere l'allora ubicazione e soprattutto l'opportunità di installare quell'opera dello scultore Brennen. Fu creato il comitato denominato "Pro erigendo". Durante una riunione alla quale erano presenti i due direttori didattici Maria Fiorini e Nazareno Ambrogi, il canonico don Carlo Ritarossi, Don Luigi Di Lelio e don Sisto Fanti, le signore D'Arpino e Raffaella Galuppi,ed i maestri Michele Desiato e Gerardo Figliozzi (Babbo di Marilinda che ringraziamo nuovamente per averci fornito il materiale in oggetto), venne presentata l'opera di Brennen dall'architetto Malusardi il quale chiarisce i concetti artistici dell'opera.

Ne nasce però una discussione tra don Carlo Ritarossi e il direttore Nazareno Ambrogi avente come tema il concetto di arte e di quella riguardante argomenti e motivi religiosi. In conclusione saranno sette i pareri favorevoli contro due contrari. Per quanto riguarda invece l'opera in ceramica dello scultore Leoncillo Leonardi, un manufatto di pregevole fattura e di un certo valore economico, giace malinconicamente pare in una stanzetta del museo civico, in attesa di una degna sistemazione. Sono trascorsi anni da quando il professor Luigi Fiorletta e soprattutto il professor Marco Tonelli ha dato un nome a questa opera, ma a quanto pare forse ancora qualcuno non si rende conto del suo valore. (6 parte)

Bruno Gatta