L'OPINIONE - UN TERRIBILE AMORE PER LA GUERRA
- Tommaso Villa
Sono molto preoccupato, per i miei figli, per l’Europa, per la pace e per il futuro. E mi viene in mente il titolo di uno dei lavori più conturbanti dello Psicoanalista James Hillmann “Un terribile amore per la guerra”, in cui si è interrogato sulla persistenza nella storia dell’umanità della guerra e del perché la storia è costellata periodicamente da avvenimenti bellici.
Il libro mi ha aiutato a riflettere su alcuni aspetti: “Se non entriamo dentro questo amore per la guerra, non riusciremo mai a prevenirla né a parlare in modo sensato di pace e disarmo”. Per altri aspetti faccio ricorso alla Psicoanalisi per cercare di capire da dove possa saltare fuori questa voglia di guerra che viene accesa da alcune potenti figure tra gli uomini, in grado di trascinare intere popolazioni nell’insensatezza della guerra.
In questo periodo storico sono ritornate alcune figure e personaggi che hanno trovato utile, per se stessi e per la loro patria, esprimersi tramite linguaggi di odio e di ricerca della diversità e dare corpo a vere e proprie azioni di guerra che, a loro volta, costringono l’opinione pubblica a schierarsi e, soprattutto, a riconsiderare le ragioni di una guerra.
Do per scontato che non possono esistere motivi fondati per scatenare una guerra, ma sono completamente consapevole che se qualcuno scende in guerra costringe l’avversario quantomeno a difendersi (vedi Russia e Ucraina). La più grande espressione di potere, secondo me, parlo del potere che può trasformare un uomo in un mostro lucido e assassino, è il potere di mandare qualcuno a morire a tuo nome. Accade spesso che l’attacco venga sferrato da un Dittatore, da un uomo che è riuscito a raggruppare su di se una intera nazione, tanto da poter camuffare il proprio personale orgoglio nell’orgoglio di patria nel mandare a morire le genti del suo paese.
Mussolini ha proclamato guerra a Francia e Inghilterra, l’ha fatto a nome della Patria, ma l’ha fortemente voluta lui la guerra ed è sul suo nome che ha raccolto l’adesione del popolo. La massima espressione del potere. Subito sotto ci può essere il magnate di una superpotenza economica con una inverosimile disponibilità economica che può avere tutto e che esprime il suo desiderio infinito di possesso con l’acquisizione coatta e con il controllo dei capitali.
In Israele è come se tutto fosse ancora fermo al 7 ottobre del 2023 e non è stato possibile rispondere ad alcune terribili e dirompenti domande che aleggiano da allora: ma possibile che il servizio segreto più efficiente al mondo, che l’esercito tra i più potenti al mondo hanno permesso quella terribile mattanza, da parte di Hamas, senza alcuna resistenza?
Da allora è scattato un piano mortifero, carico di orrore, di eliminazione fisica del territorio di Gaza e della sua popolazione e l’erosione costante dei territori palestinesi in Cisgiordania. Da un simile Governo su cui aleggia un interrogativo di tale portata ci si può aspettare di tutto, compreso di far fuori quella banda di miserabili in barca a vela che pretendono di portare aiuto a Gaza.
Può una Nazione attaccare persone inermi, non armati e non intenzionati ad azioni violente? Si certamente può, lo sta facendo a Gaza, lo sta facendo nei territori. Quel governo israeliano non può permettersi la pace e di rispondere agli interrogativi che ancora aleggiano, deve continuare ad attaccare. Per far questo ha bisogno di appoggi importanti: gli Stati Uniti e la Russia. Della Russia sappiamo, degli Stati Uniti stiamo scoprendo una realtà completamente nuova e sorprendente, dove un Presidente sta forzando la mano imponendo una propria verità e, soprattutto, sembra intenzionato a confermarsi in quella posizione di potere, senza freni, anche lui preso in un gigantesco delirio di onnipotenza.
E allora sono sinceramente preoccupato per quello che può succedere alla Global Sumud Flotilla: così come il 7 ottobre l’attacco d’orrore provocato da Hamas si è concentrato soprattutto tra i giovani pacifisti che partecipavano al Nova Festival, così può accadere che una nuova guerra sia fomentata dall’uccisione dei pacifisti imbarcati sulla Global Sumud Flotilla. Da una azione certamente non violenta, pacifica, simbolica, si può passare ad un altro orrore. Il Governo Israeliano ne è capace? Dalla reazione dei nostri governanti e dalla loro preoccupazione la risposta è si e allora non si capisce cosa si aspetti per una risposta diplomatica forte verso Israele e per la forte azione simbolica del riconoscimento della Palestina.
“La guerra è innanzitutto una sfida per la psicologia, forse la prima delle sfide a cui la psicologia deve rispondere, perché minaccia direttamente la vita – la mia, la vostra – nonché l’esistenza di tutti gli esseri viventi.” (Hilmann)
Lucio Maciocia