FERROVIE - C'ERANO I SOGNI E C'ERANO I BINARI
- Tommaso Villa
C’erano i sogni e c’erano i binari. Ma troppo spesso, in Ciociaria, sogni e realtà non si sono mai incontrati: proprio come i binari del treno, viaggiano paralleli. Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, mentre l’Italia disegnava le sue grandi linee ferroviarie, qui si parlava di un collegamento che avrebbe cambiato il destino di un’intera valle: la ferrovia Sora-Frosinone.
Un tratto breve, appena una manciata di chilometri, ma strategico. Avrebbe unito la Marsica alla Capitale, le cartiere di Isola del Liri all’economia nazionale, le officine di Sora ai mercati di Roma e del Tirreno.
Era l’anello mancante di un sistema che già allora guardava al futuro. Poi, come troppe volte da queste parti, arrivarono le carte, i rinvii, i “vedremo”. Il progetto si fermò nei corridoi dei ministeri e Sora restò collegata solo a Roccasecca. Una ferrovia utile, certo, ma che non bastava a far respirare la valle.
E mentre altrove si costruivano ponti, qui si costruivano rimpianti. Oggi, a distanza di più di un secolo, quell’idea suona perfino moderna: una linea ecologica, turistica, leggera, che avrebbe alleggerito il traffico e dato nuova vita a un territorio che ancora lotta con la mobilità. Invece restano solo i “forse” e i “peccato”.
Il progetto che non fu è la metafora perfetta della nostra storia: grandi intuizioni, zero concretezza.
E viene da chiedersi se un giorno i nostri pronipoti, guardando la TAV e le sue polemiche infinite, diranno le stesse parole: «“Era un bel progetto… ma non si fece mai.”» Perché in Italia, a volte, il treno passa.
Ma noi ciociari, troppo spesso, non riusciamo a prenderlo mai.
