ROCCASECCA - LA POLITICA E LA DISCARICA DI CERRETO

  • Tommaso Villa

A Roccasecca la questione della discarica di Cerreto è tornata al centro della scena. L’ultimo capitolo è stato scritto pochi giorni fa, quando l’amministrazione comunale ha notificato una diffida formale alla Regione Lazio, intimando di sospendere qualsiasi atto o iniziativa in attesa dell’udienza di merito fissata dal TAR per il 17 dicembre. Una mossa ferma, quasi inevitabile, dopo mesi di tensioni amministrative e istituzionali.

È una vicenda lunga, che si trascina da anni come una ferita aperta. La discarica di Cerreto, nata come impianto temporaneo e destinata a servire un territorio limitato, nel tempo è diventata un nodo strutturale del sistema rifiuti regionale. Nel corso degli anni si sono susseguiti ampliamenti, proroghe, varianti e, soprattutto, promesse di chiusura mai mantenute. Le comunità locali hanno pagato un prezzo alto, in termini ambientali e d’immagine, diventando il simbolo di un territorio che sopporta più di quanto riceva.

Lo scorso luglio il TAR aveva disposto una sospensiva sui lavori del quinto bacino, congelando l’iter almeno fino a settembre. Poi è arrivato il cosiddetto “decreto bis”, con il quale la stessa sezione ha di fatto riattivato l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) su tutto il sito, permettendo la gestione post-operativa dei bacini esistenti, ma senza dare il via libera ai nuovi conferimenti. Una decisione che ha riportato le ruspe in movimento, ma che ha anche riacceso le polemiche e i timori della popolazione.

Nel frattempo la Regione, guidata da Francesco Rocca, ha più volte richiamato Province e Comuni alla “responsabilità condivisa” nella gestione dei rifiuti. Il Presidente non ha nascosto l’intenzione di procedere in autonomia qualora gli enti locali non individuassero soluzioni alternative. Un messaggio chiaro, ma che a Roccasecca è suonato come una forzatura nei confronti di un territorio che ha già dato. E non poco.

E proprio qui si coglie il punto politico più interessante: l’amministrazione Sacco, pur vicina per sensibilità e cultura di governo al centrodestra regionale, non ha esitato a difendere la propria comunità. Nessuna obbedienza di partito, nessuna remissività istituzionale: solo la tutela del suolo, dell’aria e della dignità dei cittadini. Una linea civica, coerente e coraggiosa, che ribadisce che la fedeltà più importante non è a una sigla, ma a un territorio.

Il Comune ha denunciato profili di illegittimità nelle procedure autorizzative, in particolare legati alla stabilità del terreno e alla presenza di infrastrutture pubbliche nell’area interessata. Argomenti che il TAR dovrà valutare nel merito a dicembre. Nel frattempo, tutto resta sospeso in un limbo giuridico: la discarica non è formalmente chiusa, ma non è neppure pienamente operativa. L’AIA è valida, ma i conferimenti non risultano avviati.

Una situazione ambigua che pesa come un macigno su un territorio che da anni chiede solo di voltare pagina. Perché a Roccasecca — e in tutta la valle del Liri — il tema dei rifiuti non è solo amministrativo: è una questione di rispetto, di equità e di futuro.

E se qualcuno, a Roma o in Regione, pensava che un Comune di provincia si sarebbe piegato per quieto vivere, la risposta è già arrivata. Roccasecca non arretra. Difende il suo nome, la sua terra e la sua gente. E lo fa, paradossalmente, senza gridare “no a prescindere”, ma chiedendo soltanto legalità, trasparenza e coerenza. Quella coerenza che in politica, oggi più che mai, vale più di mille appartenenze.

Noi, però, veniamo dalla scuola del "divo" Giulio: a volte ci capita di pensar male e di fare peccato. Qualche volta indoviniamo. Veniamo pure dalla scuola del grande editore e giornalista Ciarrapico il quale ripeteva: "L'esperienza è sintomo di vecchiaia". Per la nostra, vecchia esperienza giornalistica abbiamo notato che nell'ultimo comunicato stampa del Comune di Raccasecca a dare la notizia era l'Amministrazione comunale e non l'ottimo e coerente sindaco Giuseppe Sacco. Quest'ultimo non veniva neppure citato e non c'era allegata neanche la foto. Sarà stata una semplice dimenticanza dell'esperto e capace addetto stampa del Comune.