RIFIUTI - ALLE FAMIGLIE I CONTI NON TORNANO
- Tommaso Villa
Dopo il prosecco stappato frettolosamente per festeggiare la ZLS, con più entusiasmo che logica, ora tocca alla raccolta differenziata diventare l’ennesimo trofeo da esibire. Eppure, se c’è qualcuno che può davvero festeggiare, non sono gli enti che si affrettano a diffondere comunicati, ma i cittadini, i Comuni e forse chi svolge materialmente il servizio. Loro sì: hanno differenziato, si sono organizzati, hanno rispettato regole sempre più complesse. Sono loro ad aver portato il risultato a casa.
Da quel punto in avanti, però, per chi paga la bolletta inizia un’altra storia. Una storia fatta di tariffe che aumentano, costi che lievitano, promesse che non si trasformano mai in risparmio. Ed è inevitabile chiedersi: se la virtuosità c’è, se la raccolta differenziata cresce, se i cittadini fanno ciò che viene richiesto… perché il conto finale continua a salire?
La risposta è quella che nessuno ha il coraggio di dire: non siamo un territorio autosufficiente. La differenziata la facciamo, sì. Ma poi la lavorano altrove. E ogni chilometro percorso fuori provincia è un costo che torna indietro come un boomerang. Altrove vige la regola moderna del “chi inquina paga di più” e “chi differenzia paga di meno”. Da noi vale un’altra formula: chi differenzia paga comunque, perché il problema non è nella casa dei cittadini ma nella casa del sistema.
E qui arriva il paradosso più grande di tutti, quasi grottesco per quanto stride con la nostra storia industriale: una terra che per decenni è stata un’eccellenza nella produzione e trasformazione della carta… oggi manda altrove persino la carta da riciclare. Un territorio che aveva cartiere, filiere, competenze, know-how, e che oggi, ironia della sorte, non riesce nemmeno a chiudere il ciclo della materia che più di ogni altra lo ha identificato.
Non abbiamo la presunzione di fornire soluzioni tecniche, e non vogliamo fingersi esperti di impianti o di piani industriali. Ma abbiamo il diritto di chiedere, con semplicità e chiarezza, perché il sistema costi così tanto anche quando funziona a metà. Abbiamo il diritto di sapere perché ciò che produciamo come valore, plastica selezionata, carta, organico ... generi ricchezza altrove e non qui. E abbiamo il diritto di pretendere che qualcuno entri nel merito, invece di rifugiarsi nei grafici delle percentuali.
A questo punto qualcuno potrebbe anche ironizzare: forse con la ZLS, diventando il grande snodo logistico del Lazio, risolveremo tutto così. Magari ci ritroveremo con tariffe più basse perché diventeremo l’hub della “monnezza da esportazione”. Una battuta amara, ma che descrive bene la percezione di un territorio che, anche quando è virtuoso, continua a non vedere alcun vantaggio.
La verità, raccontata senza giri di parole, è che i cittadini fanno più del loro dovere. Chi dovrebbe chiudere il cerchio, invece, non lo fa. E finché non si metterà mano a questa parte del sistema, nessun record, nessun comunicato e nessuna percentuale riusciranno a convincerci che va tutto bene.
Perché i numeri, alla fine, parlano solo se parlano anche le bollette. E quelle, purtroppo, parlano chiaro