L'OPINIONE - LA CITTA' DIFFUSA DEL LIRI
- Tommaso Villa
Ogni giorno migliaia di persone si muovono da Sora, Isola del Liri, Castelliri e Arpino. È un flusso continuo, naturale, che disegna una città unica, anche se le mappe dicono il contrario. I cittadini lo hanno capito da tempo, perché la loro giornata è fatta di spostamenti e di scelte pratiche, non di confini.
Si va in ufficio a Isola del Liri, a scuola ad Arpino, al mercato magari a Sora, e a fare un giro a Castelliri. Nessuno pensa di “cambiare comune”: ci si muove semplicemente per necessità, seguendo la logica della vita quotidiana.
Chi non sembra averlo compreso del tutto sono invece le istituzioni, che continuano a ragionare ognuna per sé, come se la valle fosse ancora divisa da barriere. Non esiste un servizio di trasporto urbano intercomunale, e ci si affida ancora al Cotral, che collega solo alcune tratte, con orari spesso inadeguati.
Così, per spostarsi da un comune all’altro, in un territorio dove tutto è a pochi chilometri, si è costretti a usare l’auto privata, con tutto ciò che comporta: traffico, inquinamento, parcheggi insufficienti e strade ormai sature.
Migliaia di ragazzi vengono accompagnati ogni giorno a scuola, a fare sport, o alle varie attività. E quando un Comune decide in autonomia una rotatoria, un divieto o un senso unico, a pagarne le conseguenze sono tutti gli automobilisti.
Una decisione locale può avere effetti su tutto il territorio, perché questa è già una città diffusa, anche se nessuno l’ha ancora scritta come tale. Per questo oggi serve fare sistema: mettere attorno allo stesso tavolo i sindaci, le scuole, le imprese, le associazioni, i tecnici e persino i cittadini.
Creare una cabina di regia della Media Valle del Liri che ragioni in modo unitario su mobilità, servizi, pianificazione, sviluppo ma anche turismo. Sì, il turismo: di cui tutti parlano, spesso riducendolo a una corsa a chi porta più gente nei weekend. Ma la vera sfida non è contare le presenze, è costruire una visione comune.
Solo così sarà possibile accedere in modo competitivo ai bandi europei, ai fondi del PNRR, ai programmi regionali per l’ambiente e la rigenerazione urbana. Ma anche, più semplicemente, ottenere un’offerta più congrua per la mensa scolastica o per altri servizi condivisi.
I progetti e le risorse oggi premiano i territori capaci di presentarsi come un sistema integrato, non come una somma di frammenti. Fare sistema, in fondo, non è un sogno: è la presa d’atto di ciò che già esiste.
Perché la Valle del Liri vive come un’unica città, ma continua a essere amministrata come quattro paesi. E finché non colmeremo questo divario tra realtà e istituzioni, resteremo fermi nel traffico metaforicamente parlando e non solo.