MONTECASSINO - SCOPERTA UNA PIANETA OTTOCENTESCA
- Tommaso Villa
Tra i visitatori dell’esposizione straordinaria “Cose antiche promessa di cose nuove. Ricordi di Leone XIII, all'alba del pontificato di Leone XIV”, che si è svolta nei giorni scorsi, il Museo Abbaziale di Montecassino ha accolto un monaco benedettino del monastero di san Pietro di Salisburgo, salito ad omaggiare san Benedetto (e i confratelli cassinesi) prima di lasciare Roma al compimento dei suoi studi di licenza.
Nell’ammirare la ricca decorazione della pianeta beuronese datata 1880 e inclusa nella mostra, padre Placidus Schinagl ha evidenziato la presenza di due santi salisburghesi. Il primo è san Ruperto, primo vescovo di Salisburgo e fondatore (nel 696) proprio del monastero di San Pietro: è raffigurato sul retro della pianeta, a sinistra, insieme ai santi papi Leone Magno e Gregorio Magno. La seconda, raffigurata ancora sul retro la pianeta, a destra, insieme alle sante Gertrude e Ildegarde, è santa Erentrude, prima badessa del monastero salisburghese di Nonnberg, fondato dallo stesso vescovo san Ruperto nel 711 e a lei affidato.
Padre Placidus ha così ipotizzato che il parato del 1880 presente nell’esposizione dedicata ai papi Leone XIII e Leone XIV sia stato realizzato proprio nel monastero Nonnberg, noto per aver confezionato paramenti nello stile di Beuron. Effettivamente, scrutando ancora la pianeta, nell’ordine inferiore possiamo leggere sulla sinistra «Mons Monialium» e sulla desta, in corrispondenza, «ad Montem Cassinum», ossia letteralmente «Il monte delle monache … a Montecassino». E «Mons Monialium» è esattamente la denominazione latina del monastero salisburghese di Nonnberg.
Chiudendo l’esposizione «Cose antiche promessa di cose nuove», dunque, dobbiamo segnalare non solo un significativo interesse nel pubblico, ma anche questa nuova acquisizione: la pianeta beuronese messa in mostra fu realizzata per le celebrazioni anniversarie della nascita di san Benedetto del 1880 dalle monache del monastero benedettino di Nonnberg a Salisburgo.
E, a proposito di novità, l’Abbazia ha deciso, in via esclusiva, di aprire al pubblico un’area fino ad ora preclusa: le mura poligonali. Si tratta di un vero e proprio patrimonio archeologico nascosto nelle millenarie fondamenta del Monastero e risalente alla sua fondazione primaria. Incluso nel tour guidato, l’antico basamento murario fa parte del percorso che attraversa ciò che è sopravvissuto al bombardamento del 1944. Un vero e proprio viaggio emozionante tra storia, fede e memoria che oggi si arricchisce ancora di più.