CEPRANO - LA CARTIERA, CUORE PULSANTE DELLA CITTA'

  • Tommaso Villa

Era un caldo 5 giugno del 1975. Il sole estivo baciava Ceprano, ma nell'aria si sentiva una strana tensione. Quel giorno, le vie del centro si riempirono di gente unita, con un solo grido nel cuore: difendere la cartiera, quel posto che dava lavoro e dignità a tutti. Uomini, donne, giovani e anziani, nessuno mancava, marciarono compatti contro la paura che la chiudessero. Per intere generazioni, quella non era stata solo una fabbrica, ma il vero battito del cuore della comunità.

Lì, dove il fiume Liri scivola via elegante e silenzioso, le sue antiche ruote avevano fatto nascere, per decenni, non solo la carta, ma anche il benessere di tutti. Quella protesta fu un momento forte, di quelli che restano nella storia del paese: non si trattava solo di soldi, ma di chi erano, della loro identità.

Oggi, il fiume, la vecchia cartiera e il centro storico ci parlano piano. I loro muri, i macchinari fermi e l'acqua che continua a scorrere raccontano una storia che aspetta solo di essere ascoltata e valorizzata. Non è solo un ricordo del passato, ma un invito a ricominciare.

Il 5 giugno 2025, proprio nella Giornata Mondiale dell’Ambiente, Ceprano si prepara a un evento che ha un significato profondo: "Il fiume, il centro storico e la cartiera".

Organizzato dall’Ecomuseo Argil, insieme al Comune di Ceprano e ad altri Ecomusei italiani, questo evento è molto più di una semplice ricorrenza. È il primo passo per stringere un nuovo legame tra il territorio e la sua gente, tra la natura e il lavoro, tra quello che è stato e quello che sarà.

L'obiettivo è chiaro: far rivivere questi luoghi della memoria non come fossero solo vecchie rovine, ma come dei veri e propri laboratori dove si pensa al futuro, alla cultura e a un modo di fare turismo che rispetta l'ambiente. Ceprano ha la possibilità di diventare un esempio di come si può far rinascere un luogo, entrando in un circolo virtuoso di un turismo che ama la natura e la storia industriale.

Raccontare la storia di Ceprano oggi significa parlare di quanto la sua gente sia forte e capace di rialzarsi. La cartiera, anche se ora silenziosa, è ancora un simbolo potente di quello che l’Italia è stata e può tornare ad essere: un paese che sa produrre senza rovinare, che sa inventare cose nuove rispettando la natura.

Il futuro non può ignorare il rispetto per la nostra terra. Se le istituzioni, i cittadini e le aziende lavorano insieme, possono ridare vita a posti che sembrano dimenticati. E il fiume Liri, con la sua energia che non finisce mai, è pronto a guidarci in questo nuovo cammino.

Nel cinquantesimo anniversario di quella protesta, Ceprano si guarda dentro e si fa una promessa: custodire il suo passato per immaginare un futuro dove l'economia, l'ambiente e la storia vanno d'accordo. Il fiume, la cartiera e il centro storico non devono essere solo posti da visitare, ma i motori di un nuovo modo di fare economia, che sia sostenibile e che coinvolga tutti.