ATER - IANNARILLI RINNOVATO PER UN ULTERIORE ANNO

  • Tommaso Villa

La notizia è della serata di venerdì 7 ottobre, il rinnovo dell’incarico da Commissario Straordinario dell’Ater di Frosinone all’On. Antonello Iannarilli. Personalità politica di spicco del frusinate che, nel corso di una carriera ormai ultratrentennale, ha dimostrato grandi doti di politico, amministratore e interlocutore tra istituzioni e cittadini.

Nel corso degli anni si è prodigato affinché la provincia di Frosinone fosse protagonista e non relegata in secondo piano, rispetto ad una visione romanocentrica di cui spesso il nostro territorio è vittima a causa della prossimità geografica.

La riconferma alla guida dell’Ente di Piazzale Europa giunge dopo due anni di traguardi importanti che certificano la bontà di un’azione efficace e mirata al risanamento di un’Azienda palesemente abbandonata a se stessa per anni.

Le parole di Iannarilli: “Oltre settecentotrenta giorni sono trascorsi dal mio insediamento e gli obiettivi sono stati subito chiari: ricostruire, risanare e riformare un’Azienda che nel corso degli anni di mala gestione ha perso credibilità e concretezza. Francamente, ho trovato al mio arrivo una situazione inaccettabile: un Ente che si occupa di emergenza abitativa e che ricopre un ruolo imprescindibile nelle politiche sociali, totalmente abbandonato a se stesso, privo di un’organizzazione interna adeguata, inefficiente, incapace di fornire risposte concrete alle esigenze degli utenti e con le casse vuote.

Le criticità erano molteplici: da una situazione finanziaria sconfortante caratterizzata da debiti per milioni di euro, professionisti e aziende cha vantano crediti, anche molto risalenti, per prestazioni mai saldate, inquilini abituati a non pagare il canone di affitto, sono oltre 44 milioni di euro i crediti dell’Ater nei confronti dei morosi e un tasso di abusivismo alle stelle. A ciò, si aggiungano la disorganizzazione amministrativa interna, la mancata registrazione dei contratti di locazione che costa all’Azienda sanzioni salatissime dall’Agenzia delle Entrate e una questione di cocente attualità che è una vera e propria spada di Damocle per l’Ente: l’IMU.

Le azioni avviate sono state diverse e hanno mostrato immediatamente risultati che ci fanno ben sperare sulla lunga linea: la riscossione mediante ruolo dei crediti attraverso un’agenzia apposita, previa autorizzazione del MEF, elemento che ci ha resi un unicum nel panorama nazionale; tavoli tecnici con le autorità e le istituzioni per contrastare l’abusivismo e ripristinare la legalità sul territorio; la pianificazione di un iter che normi la situazione della registrazione contratti di locazione con procedimenti trasparenti, chiari e rispettosi del dettato legislativo; una riorganizzazione degli uffici e delle procedure, accolta con favore ed entusiasmo dal personale che ha dimostrato grande coinvolgimento e impegno nell’accettare le nuove direttive.

In merito all’argomento IMU la questione si fa più complessa, ma di certo non trascurabile: ho dato personalmente impulso tassativo agli uffici di effettuare una ricognizione documentale che possa dimostrare nelle sedi opportune sia il numero degli alloggi occupati abusivamente, sia la natura sociale, se non di tutti gli alloggi ERP in possesso dell’Ater, almeno di una cospicua parte di essi. Tali attività sono indispensabili affinché questi immobili si possano escludere dal novero degli alloggi oggetto di imposizione tributaria, il che equivarrebbe ad una boccata di ossigeno per le casse non indifferente.

È innegabile che siamo di fronte ad un cortocircuito normativo non di poco conto: l’Ater nasce per rispondere alle esigenze abitative dei Comuni, ma riscuote canoni irrisori - €7.65 - con i quali dovrebbe provvedere al pagamento della registrazione del contratto, dell’IMU e delle manutenzioni. È onestamente impensabile. Immaginiamo per un attimo un possibile scenario: l’ATER applica pedissequamente la legge e inizia un invio massivo di decadenze per coloro che sono morosi da oltre tre mesi. Risultato? Nel giro di poche settimane la situazione diverrebbe ingestibile e non tollerabile, ossia, migliaia famiglie senza un tetto che cercherebbero risposte dai Comuni, i quali, a loro volta, non avrebbero a disposizione alloggi per soddisfare la domanda. Una poco auspicabile implosione del sistema...”.