ALATRI - PREGATE PER LA PACE
- Tommaso Villa
Lettera aperta alle monache di clausura
Ho pensato, con tutta l'umiltà possibile, in questo particolare e difficile momento storico per l'umanità tutta, di imitare il "mio" maestro e modello politico, Giorgio La Pira, rivolgendomi, come usava fare Lui, alle monache di clausura perché tutte, nel mondo, pregassero per la Pace. E credo oggi più che mai quel monito sia straordinariamente attuale: pregare per la Pace poiché null'altra arma noi , comune mortali , abbiamo per scongiurare davvero una terza guerra mondiale che questa volta sarebbe senza soluzione di continuità per la sopravvivenza umana.
Chissà quanti di noi, "comuni mortali", appunto , si saranno chiesti, e continueranno a chiedersi: "Cosa possiamo fare noi, del tutto ininfluenti e disarmati, davanti al genocidio in atto a Gaza, davanti alla tragedia dell'Ucraina e di tutti gli altri conflitti armati che insanguinano il mondo?"
E, se credenti, non ci chiediamo forse anche: "Perché, Signore, permetti tutto questo?"
Io stesso porto dentro queste domande, fino al limite, sì, perché questa altro non è che una diabolica tentazione, di perdere la Fede.
E allora il mio piccolo, modesto contributo vuole essere questo: un appello umile, rivolto alle monache di clausura, perché la loro preghiera incessante diventi il cuore pulsante della speranza di pace.
Alla Reverenda Madre Suor Scolastica, Badessa del Monastero delle Monache Benedettine dell'Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento in Alatri
Reverendissima Madre,
Ti indirizzo questa lettera aperta con il desiderio che, tramite la Tua condivisione, essa possa giungere a tutte le monache claustrali del mondo che, in adorazione perpetua del Santissimo Sacramento, sono sentinelle silenziose e ardenti della pace.
Ci conosciamo da decenni, e questo mi dà la libertà e la fiducia di rivolgermi a Te con il cuore aperto.
Io non ho titoli. Io non ho incarichi politici. Io non ho responsabilità pubbliche. Sono soltanto un uomo, un padre di famiglia, un cristiano che cerca, con tutti i suoi limiti, di vivere la fede nel tempo presente.
Porto nel cuore una grande preoccupazione condivisa da molti della mia eta ' : il futuro dei miei figli adolescenti e di tutta la loro generazione, e ancor più di quelle che verranno dopo di loro.
Vedo crescere i segni di divisione, di odio, di guerre senza senso: l'Ucraina insanguinata, la Terra Santa e Gaza lacerata, il Medio Oriente e lo Yemen in fiamme, tante terre d'Africa ferite dal sangue del Sudan, del Congo, del Sahel e dell'Etiopia.
Un pensiero riverente va a tutti i caduti di queste guerre insensate, ai bambini soprattutto: solo in Palestina diciannovemila anime innocenti hanno già perso la vita. Una tragedia immane, disumana, senza alcuna giustificazione.
E come già detto, noi uomini comuni, in tutto il mondo, non abbiamo alcun potere di fermare queste barbarie e questi mercati di armi.
Eppure, paradossalmente, siamo la quasi totalità dell'umanità che non vuole alcuna guerra, contrapposta ai pochissimi uomini e donne che detengono il potere politico e finanziario e che decidono la nostra sorte.
Se non possediamo altre forze, abbiamo però l'unica vera Potenza: quella dello Spirito Santo. Invochiamolo perché discenda sulla mente e sul cuore di questi pochi uomini e donne, illumini le loro coscienze e le apra alla responsabilità davanti a Dio e all'umanità.
Per questo, con profonda umiltà e con assoluto rispetto per la memoria di Giorgio La Pira, Sindaco di Firenze, che nei momenti più drammatici del secolo scorso volle rivolgersi alle monache di clausura perché pregassero incessantemente per la pace, oso anch'io rivolgermi a voi, care Sorelle.
Io sono infinitamente piccolo al suo confronto, ma come lui sono accomunato dalla medesima Fede in Dio, che sola può cambiare i cuori e aprire le strade della pace.
E permettimi di aggiungere: La Pira è per me il faro in politica, l'esempio di come la fede possa diventare servizio al bene comune e profezia di pace.
Dobbiamo tutti, senza tifoserie e senza fronti contrapposti, auspicare il silenzio delle armi e il chiasso delle parole, dei sorrisi, della fraternità.
La Pira ci ha insegnato a credere nella pace come utopia possibile.
Oggi, davanti ai drammi del nostro tempo, io dico che è la guerra a dover diventare una utopia certa: un ricordo lontano, un incubo che le generazioni future non conosceranno mai più.
Vi supplico, dunque: pregate incessantemente perché il Signore doni al mondo la pace.
So bene che già lo fate, obbedienti alle intenzioni del Santo Padre e fedeli alla vostra vocazione: il mio non è un richiamo, ma il desiderio di unirmi a voi, come chi bussa con timidezza alla porta della clausura per dire: "Non lasciateci soli in questo grido".
E la vostra preghiera alla misericordia di Dio possa catturare i nostri cuori e le nostre menti, perché anche tutti noi, che non abbiamo armi se non la sola arma della preghiera, del Rosario, possiamo con voi levare alta la richiesta di pace in terra a tutti gli uomini di buona volontà.
Se è vero, e io lo credo, che la storia si regge più sulle ginocchia dei contemplativi che sulle decisioni dei potenti, allora il vostro silenzio orante è la più grande forza di cui il mondo oggi ha bisogno.
E mentre voi, care Sorelle, elevate al Cielo la vostra preghiera incessante, noi che viviamo nel mondo saremo chiamati a tradurre questa stessa pace che invochiamo in gesti concreti: nell'educare i nostri figli al dialogo anziché al pregiudizio, nel rifiutare ogni parola che semini odio, nel costruire ponti là dove altri ergono muri. Perché la pace che chiediamo a Dio deve iniziare a germogliare nei nostri cuori e nelle nostre case, nelle nostre comunità e nei nostri luoghi di lavoro. Come La Pira ci ha insegnato, la contemplazione e l'azione non sono vie separate: la preghiera che sale al Cielo deve scendere sulla terra trasformata in opere di giustizia e di riconciliazione.
Con riconoscenza filiale e con la certezza che la vostra intercessione non resterà inascoltata, vi affido i miei figli, la mia generazione e tutte le generazioni che verranno.
Il Signore, Principe della Pace, ascolti il vostro e il nostro grido : siamo davvero stanchi dell'odio e del cinismo umano .
"Dominus pacis ipse det vobis pacem semper et in omnibus." (2Ts 3,16) (Il Signore della pace vi conceda egli stesso la pace, sempre e in ogni cosa.)
E, se puoi, carissima Madre, tienimi presente nelle Tue intenzioni di preghiera, perché anch'io possa restare fedele, saldo nella fede e testimone di pace nel piccolo compito che il Signore mi affida ogni giorno.
Come io sempre rivolgo al Signore l'implorazione della Sua protezione per Te, per le Tue consorelle e per tutte le monache claustrali del mondo.
Con devozione, tuo Dario