ALATRI - ENTRERO' IN CITTA' A DORSO DELLA MULA BIANCA

  • Tommaso Villa

Il nuovo vescovo Santo Marcianò: "Cercherò di rispettare la tradizione dell'entrata in Città a dorso della Mula Bianca".

  1. Eccellenza, dopo 12 anni come ordinario militare ed al servizio delle donne e degli uomini delle forze armate, l'incarico come vescovo di due diocesi unite in persona episcopi come quella di Frosinone-Veroli-Ferentino e di Anagni- Alatri.

La Ciociaria terra ricca di storia ed avvenimenti, dallo Schiaffo di Anagni a Bonifacio VIII e Celestino V, ai santi; Ormisda e Silverio, ai papi e ad alcune importanti testimonianze come il Santuario della Santissima Trinità a Vallepietra, l'Abbazia di Casamari e la Certosa di Trisulti, la Scala Santa di Veroli, al miracolo dell'Ostia Incarnata di Alatri e alla figura della beata suor Maria Raffaella Cimatti. Sua Eccellenza reverendissima avrà un bel da fare con la storia e le tradizioni. Saprà sicuramente dell'unione delle Diocesi di Anagni con quella di Alatri che creò malumore nel popolo alatrino e crediamo anche in quello anagnino. A proposito, saprà anche che ad Alatri quando viene nominato un nuovo vescovo il primo ingresso in città è a dorso di una mula bianca, in ricordo della venuta del patrono San Sisto I. Il suo predecessore interruppe qualche anno fa questa antica tradizione, Lei che farà entrerà nella Città di Alatri a dorso della mula bianca? Non glielo chiede soltanto il popolo ma anche il clero.

Sì, è davvero una storia preziosa quella della terra a cui il Signore mi invia. Una bella storia di popolo, di tradizioni, di cultura, di arte, ma anche una bellissima storia di Chiesa. Ed è una storia nella quale sento di dovermi e volermi inserire; della quale, potremmo dire, in qualche modo faccio già parte. La sento mia, sento che mi interpella: nel presente che sto vivendo e nel futuro che siamo chiamati a costruire assieme, vescovo e popolo. Non c’è futuro senza storia, non c’è speranza. Sempre, ma ancor più in questo Giubileo della speranza, siamo chiamati come Chiesa a rileggere la storia nella logica di Dio, ricordando a tutti che Cristo è il Signore della storia, la conduce, ne valorizza sfumature apparentemente insignificanti, salva quanto può sembrare perduto... La Storia della Salvezza sempre intreccia la storia umana e si incarna in essa, in tutte le vicende e nelle stesse tradizioni: tra queste, ad esempio, anche l’antica e bella usanza dell’ingresso del nuovo vescovo ad Alatri a dorso della mula bianca, che cercherò di rispettare. Le tradizioni sono molto importanti, nella storia e nella pietà popolare, con la quale si esprime la fede viva dei singoli e della comunità. Rispettare la storia con le sue tradizioni, dunque, significa riscoprirsi comunità, famiglia; e nel nostro caso, come ho già detto, sarà bello crescere come comunità anche vivendo il dono impegnativo e prezioso dell’unità tra le due Diocesi, ricche di una storia da conoscere, custodire e condividere.

  1. Prenderà possesso della grande diocesi in un momento particolare: a poche settimane dalla morte di Papa Francesco e in un'epoca in cui la chiesa cattolica vive un periodo di allontanamento da parte della gente. Abbiamo già letto che sarà, e non potrebbe essere altrimenti il vescovo di tutti. Non le chiediamo la panacea per tutti i mali, ma come si potrà ovviare alla carenza di sacerdoti e come gestirà le varie comunità. Le problematiche legate alla gioventù, e come interverrà sul territorio a prescindere dalla conoscenza o meno dello stesso. Sicuramente dopo 12 anni come ordinario militare avrà mantenuto ottimi e sinceri rapporti con le forze di polizia, saprà quindi come relazionarsi con i vertici degli stessi e con la legge Che idea ha sul sinodo ed i suoi sviluppi?

Abbiamo parlato di “storia”. Vorrei rispondere a questa domanda parlando di “storie”. La storia dei luoghi, dei popoli, è sempre storia delle persone singole. E Gesù è entrato nella storia entrando nelle storie di tutti, specie di coloro che soffrono, e ha insegnato a farlo a noi, prima di tutto a noi pastori. È quanto anch’io desidero fare e spero di fare: conoscere non solo la storia ma le storie, nelle quali il Signore vuole entrare. Papa Leone XIV ha ricordato a noi vescovi italiani che, in un’epoca così frammentata come la nostra, è necessario porre Gesù Cristo al centro e aiutare le persone a vivere una relazione personale con Lui, per scoprire la gioia del Vangelo. Ed è proprio così: bisogna tornare alle fondamenta della nostra fede e, al contempo, trovare linguaggi nuovi per comunicarla. In tal senso, credo sia importante anzitutto saper ascoltare; e lo stile sinodale parte da un ascolto attento e delicato, per riconoscere la voce dello Spirito Santo nelle voci degli uomini. La peculiare esperienza di ascolto e collaborazione vissuta nel ministero di Ordinario Militare mi ha permesso di imparare molto da tutti, in particolare dagli uomini e dalle donne delle Istituzioni che, con dedizione e spirito di sacrificio, condividono con la Chiesa l’anelito alla giustizia, alla libertà, al bene comune, alla pace, e, non di rado, condividono pure un percorso di fede. Mi sembra torni ancora la sfida dell’unità, che per noi ha il nome di un grande dono di Dio: la comunione!

  1. Abbiamo già scritto sul nostro sito "Penna e Spada" di un legame tra Lei e la Città di Alatri. Nel 2017 gli venne conferita la cittadinanza onoraria di Capestrano nello stesso giorno dell'intitolazione di una strada a padre Costantino Di Vico, cappellano militare e ponente causa per la proclamazione di San Giovanni da Capestrano a patrono dei cappellani militari di tutto il mondo. Come Lei già sa padre Costantino di Vico era un frate minore conventuale di Alatri. S. E. R. la Città di Alatri così come tutti i comuni delle Diocesi Di Frosinone-Veroli-Ferentino e Anagni-Alatri già nutrono affetto per Lei e attendono con ansia il suo insediamento ufficiale a Frosinone e Anagni.

È sempre sorprendente vedere come Dio faccia le cose in continuità, come le porti a maturazione, collegando realtà apparentemente distanti. Potrei dire che il legame con la Ciociaria è iniziato proprio nelle diverse occasioni di visite e celebrazioni per i militari che operavano in questa terra, come pure dal contatto con alcuni di loro originari di questi luoghi. Sì, nella storia che Dio scrive assieme a noi, ogni tappa prepara la successiva… Voglio rileggere tutto così, anche il significativo legame della nostra terra con San Giovanni da Capestrano, patrono dei cappellani militari, nella cui festa iniziavo nel 2013 il servizio di Ordinario Militare; e tutto ciò, confesso, un po’ mi commuove, così come mi commuove l'affetto che già mi viene manifestato, rispetto al quale posso dire solo “grazie”: è affetto che sento per me ma è affetto che sento pure in me, per coloro che Dio mi affida.

BRUNO GATTA